USA. Washington e Mosca stanno trattando sulle sanzioni?

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Il 14 febbraio Michael Flynn si è dimesso a causa dei suoi incontri con l’ambasciatore russo prima della sua nomina a consigliere per la Sicurezza Nazionale.

Il consigliere per la Sicurezza nazionale Usa Michael Flynn ha, infatti, incontrato l’ambasciatore russo negli Usa per parlare delle sanzioni. Nonostante le smentite dell’Amministrazione Usa, la notizia sembra aver avuti conferme da fonti citate da Washington Post e New York Times.

Secondo, i due quotidiani, nove funzionari degli Stati Uniti hanno detto al Post che Flynn e l’ambasciatore russo Sergey Kislyak hanno discusso esplicitamente delle sanzioni sulla Russia poste dall’amministrazione Obama dopo lo scandalo dell’hacking elettorale.

Flynn ha negato in un primo momento al Washington Post di aver discusso delle sanzioni con Kislyak, ma poi ha ritrattato, raccontando, attraverso un portavoce che «anche se non ricordava di averne discusso, non poteva essere certo che il tema non fosse stato trattato». Anche il vice Presidente Mike Pence ha negato la conversazione durante un’intervista a gennaio con Cbs News.
Queste dichiarazioni sono in contrasto con quanto scoperto dal giornale, secondo cui la conversazione rientrava in uno dei numerosi contatti tra Flynn e Kislyak iniziati prima delle elezioni di novembre e proseguiti attraverso il periodo di transizione.

La conversazione è venuta fuori dai rapporti dei servizi segreti che controllano le comunicazioni dei diplomatici russi.

Secondo il New York Times, poi, i funzionari avevano le trascrizioni delle telefonate classificate di Flynn con Kislyak e le hanno poi passate ai giornali.
Secondo il Post, poi, la conversazione di Flynn potrebbe violare una legge degli Stati Uniti contro i cittadini non autorizzati a impegnarsi in negoziati con i governi stranieri, la legge Logan.

Secondo VoA, ai sensi della legge Logan, è illegale per un cittadino degli Stati Uniti a corrispondere con qualsiasi governo straniero «con l’intento di influenzare le misure o condotte» di quel governo «in relazione ad eventuali contestazioni o controversie con gli Stati Uniti». Secondo quanto riprovano i giornali, poi, sarebbe difficile costruire un caso contro Flynn, perché nessuno è mai stato perseguito in base a questa legge.

Antonio Albanese