UNGHERIA. Budapest parla con Parigi delle sue centrali nucleari

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L’Ungheria ha avviato colloqui con la Francia per aumentare il suo ruolo nell’espansione della centrale nucleare di Paks, che potrebbe portare alla sostituzione del contraente russo Rosatom, secondo quanto riportato dal Financial Times. I funzionari ungheresi hanno riconosciuto che il governo è preoccupato per il coinvolgimento russo nel progetto a causa del prolungamento della guerra.

Il presidente francese Emmanuel Macron ha ricevuto il primo ministro ungherese Viktor Orban a Parigi il 13 marzo, in vista del vertice UE. Il leader francese ha invitato l’Ungheria a sostenere la ratifica di Svezia e Finlandia come membri della NATO e ha sottolineato la necessità di una posizione unitaria dell’UE a favore dell’Ucraina. All’ordine del giorno anche questioni di sicurezza energetica. Se emergono ulteriori dettagli dall’incontro, queste potrebbero aver dominato i colloqui.

A margine della visita di Orban a Parigi, il ministro degli Affari Esteri e del Commercio Peter Szijjarto ha incontrato i dirigenti della società nucleare francese Framatome, che si è aggiudicata un contratto multimiliardario insieme alla tedesca Siemens per un sistema di controllo della centrale di Paks. L’Ungheria ha offerto alla Francia un ruolo maggiore nel progetto dopo che il governo tedesco aveva bloccato la consegna del sistema di controllo, citando il coinvolgimento di Rosatom nel progetto, riporta BneIntelliNews.

Budapest sta ripensando il progetto da 12,5 miliardi di euro: più la guerra si trascina e le sanzioni durano, più diventa probabile che la partecipazione russa al progetto debba essere eliminata del tutto.

Nel 2014 l’Ungheria ha incaricato il gigante statale russo dell’energia Rosatom di costruire due reattori da 1.200 MW a Paks, finanziati con un prestito russo da 10 miliardi di euro. Il progetto ha subito 5-7 anni di ritardo ed è improbabile che i nuovi blocchi possano entrare in funzione prima del 2030.

L’Ungheria, tuttavia, non intende abbandonare il progetto guidato da Rosatom e sostituire il principale reattore russo con altri, poiché ciò comporterebbe una nuova procedura di autorizzazione con l’UE e l’Agenzia internazionale per l’energia atomica, nonché con l’autorità nucleare locale, un processo che potrebbe protrarsi per anni.

Un funzionario francese ha dichiarato che entrambe le parti sono aperte a lavorare più da vicino sul nucleare, ma non è chiaro se si tratterà del progetto di espansione di Paks o di un altro.

Budapest ha anche un vincolo di tempo per incrementare la fornitura di energia, dato che la domanda di elettricità del Paese potrebbe aumentare da 44 TWh a 68 TWh entro il 2030, secondo le sue previsioni, mentre il governo sta pianificando di attrarre una serie di progetti industriali su larga scala ad alta intensità energetica, come l’industria delle batterie per veicoli elettrici.

Mentre la procedura di autorizzazione dell’espansione di Paks si trascinava, il governo ha approvato un regolamento per estendere la disattivazione dei quattro blocchi esistenti, ciascuno con una capacità di 500 MW, di altri 20 anni. La dismissione dei reattori esistenti era prevista tra il 2032 e il 2037.

L’unità ungherese di Rosatom ha rilasciato sabato scorso una dichiarazione in cui afferma che l’azienda è pronta a realizzare il progetto della centrale nucleare di Paks 2 ed è convinta di costruire la nuova centrale nucleare utilizzando la tecnologia VVER-1200 più avanzata e sicura del momento.

L’Ungheria è l’unico Paese dell’UE in cui Rosatom è ancora coinvolta, essendo stata esclusa dai progetti in Repubblica Ceca, Bulgaria e Finlandia dopo l’invasione dell’Ucraina.

Anna Lotti

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