#UKRAINERUSSIAWAR. Londra non espelle i diplomatici russi…

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Gran Bretagna, Canada e Australia hanno tutti finora rifiutato di espellere i diplomatici russi, entrando di fatto in contrasto con 15 nazioni dell’Ue che ora ne hanno espulsi più di 200. Altri 100 diplomatici russi erano stati espulsi nei due mesi precedenti.

La ritrosia britannica è arrivata nonostante l’avvertimento del ministro degli Esteri britannico, Liz Truss, che le relazioni dell’Occidente con la Russia di Vladimir Putin erano finite. Truss aveva detto a una cena dei ministri degli Esteri della Nato che l’Atto di fondazione Nato-Russia, la base della cooperazione tra Mosca e la Nato, era finito: «L’epoca dell’impegno è finita. Abbiamo bisogno di un nuovo approccio alla sicurezza in Europa basato su resilienza, difesa e deterrenza (…) Non c’è tempo per le false comodità. La Russia non si sta ritirando, ma si sta riorganizzando e riposizionando per spingere di più a est e a sud dell’Ucraina», riporta The Guardian.

Truss aveva aggiunto che questo richiederebbe un nuovo approccio verso quei paesi che potrebbero essere a rischio di essere obiettivo della Russia: Moldova, Georgia, Finlandia e Svezia. Ciò potrebbe richiedere di spendere più risorse diplomatiche per monitorare e analizzare la Russia, e alcuni diplomatici sostengono che le espulsioni di diplomatici russi dal Regno Unito porteranno solo a espulsioni di rappresaglia da un’ambasciata di Mosca già ridotta all’osso.

Nel 2018 la Gran Bretagna ha espulso 23 diplomatici russi, dopo che Mosca aveva rifiutato di spiegare come un agente nervino di fabbricazione russa fosse stato usato su Sergei Skripal, un’ex spia, a Salisbury. La Russia ha risposto alle azioni del Regno Unito dicendo che le ambasciate britanniche e russe devono essere di uguali dimensioni, richiedendo la partenza di più di 50 diplomatici britannici. Il Regno Unito non ha rivelato le dimensioni della sua ambasciata in Russia, ma è noto che le precedenti espulsioni hanno spogliato Londra di molte competenze di intelligence politica e di ricerca.

Il primo Ministro del Canada, Justin Trudeau, è diventato il leader occidentale che è stato più disposto ad articolare il caso per continuare le relazioni diplomatiche, dicendo che se il Canada ha espulso i russi, Mosca era tenuta ad attuare misure reciproche: «Non sono sicuro che il gesto simbolico di escludere i diplomatici russi da ciò che stanno facendo in Canada valga il costo di perdere i nostri diplomatici a Mosca», ha detto.

Negli ultimi sette giorni la Polonia ha espulso 45 diplomatici russi, la Germania 40, la Francia 35, la Slovenia 33, l’Italia 30, la Spagna 25, il Belgio 21, i Paesi Bassi 17, la Danimarca 15, la Lettonia 13, la Grecia 12, il Portogallo 10, l’Estonia sette, l’Irlanda quattro, la Svezia tre, la Repubblica Ceca uno e il Lussemburgo uno. La Lituania ha detto che stava espellendo l’ambasciatore russo.

Il continuo rifiuto del Regno Unito di unirsi ai suoi alleati europei ha già attirato le critiche del partito laburista. Il vice ministro degli Esteri russo, Alexander Grushko, ha detto di voler mantenere le relazioni diplomatiche con l’Occidente, ma ha promesso contromisure; ha detto che i paesi europei che interrompono il lavoro dei diplomatici russi stanno danneggiando i loro stessi interessi.

Maddalena Ingroia