Il mondo rischia di trovarsi in carenza di cibo nel 2023 se non si affronta subito il problema dei fertilizzanti, ha riferito il Segretario generale delle Nazioni Unite. Il problema è che con i costi alle stelle dell’elettricità, anche le aziende che producono fertilizzanti che si trovano fuori dai confini russi o ucraini al momento sono chiuse per impossibilità nel sostenere i costi. Vedi caso Slovenia e Italia.
Nel frattempo a supplire alla carenza di cibo in qualche modo arriveranno i cereali russi. A quanto si apprende durante gli accordi di Samarcanda tra Putin ed Erdogan, è stato raggiunto un accordo per cui gli operatori cerealicoli russi potranno esportare i loro prodotti attraverso la Turchia. In effetti, la Turchia sta diventando uno dei principali hub cerealicoli per l’approvvigionamento di grano russo all’estero. La Russia elude così alcune delle sanzioni occidentali e la Turchia riceverà un “pedaggio” come paese di transito.
E sempre in tema di accordi Turchia-Russia, mentre i media occidentali e turchi riferiscono che Erdogan voleva chiedere a Putin uno sconto del 25% sul gas per tentare di stabilizzare la situazione economica della Turchia prima delle prossime elezioni, si è arrivati ad altri accordi: è stato concordato un testo secondo cui il 25% di tutte le forniture di gas alla Turchia sarebbe stato pagato in rubli. Apparentemente, un’altra parte sarà pagata in lire: i turchi hanno chiesto il 25%. Il risultato principale è un ulteriore allontanamento dal dollaro e dall’euro negli accordi bilaterali.
Non solo, secondo gli addetti ai lavori del summit della Sco in Uzbekistan, ci sarebbero stati importanti colloqui dietro le quinte più, tra i servizi segreti di Turchia e Siria, in cui si è parlato di questioni di normalizzazione delle relazioni, tra i due Paesi a cui Turchia e Siria sono spinte da Russia e Iran. E ancora, al centro dei colloqui dietro le quinte anche la questione armena che vede l’Iran in prima fila contro la Turchia e con i russi che cercano di mediare tra le parti.
Lucia Giannini