TURCHIA. Erdogan chiede ai musulmani di unirsi contro Israele

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Il presidente turco Recep Tayyip Erdogan  ha esortato i leader musulmani a unirsi e a confrontarsi con Israele, dopo i drammatici eventi accaduti al confine con Gaza dei giorni scorsi. Parlando ad un vertice straordinario dell’Organizzazione della Cooperazione Islamica, Oic, Erdogan ha detto che Israele dovrebbe essere ritenuto responsabile per le uccisioni che hanno attirato la condanna internazionale diffusa e innescato un’ondata di proteste dall’Asia, al Medio Oriente, al Nord Africa, riporta Al Jazeera.

«Agire per i palestinesi massacrati dai banditi israeliani significa mostrare al mondo intero che l’umanità non è morta», ha detto Erdogan al gruppo di leader musulmani riuniti ad Istanbul. Il presidente turco ha descritto l’uccisione dei palestinesi da parte di Israele come «terrorismo di Stato», e ha detto che il riconoscimento da parte degli Stati Uniti di Gerusalemme come capitale di Israele l’avrebbe inevitabilmente scatenata.

Diversi capi di Stato hanno partecipato al vertice di Istanbul, ma l’Arabia Saudita, ospite dell’Oic, composto da 57 membri, ha inviato solo un alto funzionario del ministero degli Esteri. Anche il Bahrein, l’Egitto e gli Emirati arabi uniti hanno inviato rappresentanti di livello inferiore.

Parlando alla conferenza, l’emiro del Qatar Tamim bin Hamad Al Thani ha detto che la causa palestinese è «diventata un simbolo per i popoli oppressi ovunque» e ha condannato Israele per il «brutale massacro» di manifestanti pacifici: «Chi tra noi non conosce l’assedio dichiarato, forzato alla Striscia di Gaza e la punizione collettiva contro la sua popolazione (…) La Striscia di Gaza è stata trasformata in un grande campo di concentramento per milioni di persone che sono private dei loro diritti più elementari di viaggiare, di ricevere istruzione, di lavorare e di ricevere cure mediche (…) Quando i loro figli prendono le armi sono chiamati terroristi, e quando mettono in scena manifestazioni pacifiche sono chiamati estremisti, e vengono uccisi».

Da parte sua, il primo ministro palestinese Rami Hamdallah ha detto che gli Stati Uniti sono diventati «parte del problema e non della soluzione» e ha definito il trasferimento dell’ambasciata «un atto di aggressione contro la nazione islamica, contro i musulmani e i cristiani». Il re della Giordania Abdullah II ha sollecitato l’adozione di misure urgenti per sostenere «la resistenza dei palestinesi», mentre il presidente iraniano Hassan Rouhani ha sollecitato misure economiche e politiche contro gli Stati Uniti e Israele.

Luigi Medici