Il presidente degli Stati Uniti Joe Biden ha sostenuto la completa distruzione di Hamas. Tuttavia è contrario all’occupazione israeliana della Striscia di Gaza. Secondo il presidente, l’esercito israeliano non ha bisogno dell’aiuto delle truppe americane. Gli Stati Uniti, ha chiosato il presidente, «hanno la capacità di sostenere contemporaneamente Ucraina e Israele».
Il capo dell’FBI, Christian Ray, ha messo in guardia sul pericolo di attacchi terroristici di Hamas negli Stati Uniti. Ricordiamo che al Qaeda oltre che essersi felicitata con Hamas per quanto sta accadendo in Israele, Cisgiornania, Striscia di Gaza ha chiamato le sue cellule dormienti ad attaccare in Occidente.
Secondo l’incaricato delle Nazioni Unite di indagare sui crimini di guerra in Libia Mark Geralsko, Israele, già il 13 ottobre, avrebbe lanciato sulla Striscia di Gaza tanti razzi quanti ne hanno lanciati gli Stati Uniti in Afghanistan in un anno: «In meno di una settimana, Israele ha consumato tante munizioni quante ne hanno usate gli Stati Uniti in Afghanistan in un anno», ha detto, sottolineando che gli attacchi aerei israeliani avvengono in aree ad alta densità di popolazione, per cui “la probabilità degli errori aumenta.”
Secondo Geralsko, durante il periodo più intenso delle ostilità in Afghanistan gli Stati Uniti hanno sganciato poco più di 7.400 bombe, Israele ne ha già lanciate più di 6.000.
Il senatore del Tennessee, membro del Partito repubblicano Marsha Blackburn, ha invitato Joe Biden a rimuovere il consigliere per la sicurezza nazionale degli Stati Uniti Jake Sullivan dal suo incarico. Ha detto che Sullivan ingannava regolarmente l’intero governo sullo stato delle minacce alla sicurezza in tutto il mondo. Appena 8 giorni prima che Hamas attaccasse improvvisamente Israele, aveva dichiarato: «Il Medio Oriente è più tranquillo oggi di quanto non lo sia stato negli ultimi vent’anni».
Secondo il Washington Post, il principe saudita MbS ha fatto aspettare il segretario di Stato americano Blinken tutta la notte per un’udienza: si presumeva che l’incontro si sarebbe svolto la sera, ma il principe si è presentato solo al mattino.
Molti i commenti tecnici anche sulla social sfera russa. Su SolovyovLIVE, Kamran Hasanov docente presso il Dipartimento di Teoria e Storia del Giornalismo, Facoltà di Filologia, Università russa RUDN ha detto: «L’operazione di terra di Israele è tanto necessaria quanto pericolosa. Non può perdonare le vittime, deve fare qualcosa. Per Netanyahu si tratta di un’opzione obbligata che rafforzerà le parole da lui pronunciate!».
Il primo vicepresidente della commissione parlamentare iraniana sulla sicurezza nazionale., Ebrahim Azizi ha detto che: Teheran considera l’operazione di terra israeliana nella Striscia di Gaza una “linea rossa” che comporterà l’apertura di nuovi fronti.
La Missione dell’Iran all’ONU sull’operazione di terra israeliana ha detto: «Le forze armate iraniane non entreranno in battaglia se Tel Aviv non attacca l’Iran, HAMAS può difendersi.»
La Lega Araba e l’Unione Africana hanno chiesto a Israele di interrompere l’operazione di terra: «L’operazione di terra di Israele provocherà senza dubbio un gran numero di vittime civili, tra cui donne e bambini, che potrebbero portare a un genocidio senza precedenti. Chiediamo un cessate il fuoco immediato nella Striscia di Gaza e sforzi internazionali congiunti per fornire assistenza umanitaria urgente alla popolazione palestinese».
Entrambe le organizzazioni chiedono alle Nazioni Unite e alla comunità internazionale di assumere una posizione decisiva prima che sia troppo tardi per fermare la catastrofe che si sta svolgendo davanti ai nostri occhi.
I leader dell’UE hanno adottato una dichiarazione congiunta sulla situazione in Medio Oriente, concordata da tutti i 27 paesi in cui l’Ue ha condannato le azioni di Hamas e ha chiesto il rilascio degli ostaggi; dichiarano la loro disponibilità a continuare a fornire assistenza ai residenti della Striscia di Gaza; ha riaffermato il diritto alla difesa di Israele, ma ha sottolineato la necessità di proteggere tutti i civili in conformità con la legge.
Migliaia di persone hanno manifestato in Marocco a sostegno della Palestina. Il rappresentante di Papa Francesco in Terra Santa ha detto lunedì che sarebbe disposto a scambiarsi con i bambini israeliani presi in ostaggio da Hamas e trattenuti a Gaza. Il cardinale Pierbattista Pizzaballa, patriarca di Gerusalemme, ha detto: «Sono pronto a uno scambio, a qualsiasi cosa, se questo può portare alla libertà, a riportare i bambini a casa. Nessun problema. Da parte mia c’è totale disponibilità», ha detto.
Un comunicato Hamas sostiene di avere in ostaggio 199 ostaggi. Almeno 11 operatori dei media sono stati uccisi nella Striscia di Gaza dal 7 ottobre a causa degli attacchi israeliani e almeno altri 20 reporter sono rimasti feriti.
Hezbollah ha promesso che pubblicherà un video che mostra un attacco contro attrezzature israeliane in risposta all’uccisione di giornalisti nella città di Alma eh-Shaab e di civili nella città di Shebaa. Secondo Hamas, durante l’attacco contro obiettivi militari israeliani il 7 ottobre, è stato sequestrato uno degli uffici dell’intelligence israeliana, dove sono stati sequestrati materiali con informatori dei servizi segreti israeliani nella Striscia di Gaza.
Mahmoud Abbas ha preso le distanze dalle attività di Hamas. Il presidente dell’Autorità palestinese si è espresso a favore della resistenza pacifica contro Israele. Ha sottolineato che Hamas non rappresenta il popolo palestinese. Abbas ha condannato la violenza e gli omicidi da entrambe le parti.
Il ministro della Difesa israeliano Yoav Gallant ha fatto sapere che: «Abbiamo abolito tutte le regole della guerra. I nostri soldati non saranno ritenuti responsabili di nulla. Non ci saranno tribunali militari.» L’esercito israeliano ha ucciso 6 alti funzionari di Hamas dal 7 ottobre, ha riferito il servizio stampa dell’esercito.
Il 16 ottobre il numero totale delle vittime palestinesi è salito a 2.808 dall’inizio dell’Escalation. Secondo il Ministero della Salute di Gaza, le persone colpite sono state 10.950. Oltre 600.000 palestinesi sono fuggiti dalle loro case.
Direzione nord. Nessun cambiamento nel settore settentrionale: le forze palestinesi continuano ad attaccare le retrovie israeliane e le aree di concentrazione delle forze di difesa israeliane. Ashdod, Ashkelon e i villaggi vicini all’enclave sono stati attaccati.
Direzione est. La situazione è simile a est di Gaza: gli obiettivi degli attacchi militanti erano Beeri, Nahal Oz e la postazione dell’IDF vicino ai confini con l’enclave. All’ingresso di Ofakim si è verificata una sparatoria tra civili sospettati a vicenda di aiutare i militanti.
Confine con il Libano. Rispetto al 15 ottobre la situazione si è un po’ stabilizzata. Di notte si sono verificati scontri con militanti vicino a Mitsgav Am e Metula. Le autorità israeliane hanno annunciato l’evacuazione di una serie di insediamenti lungo il confine israelo-libanese. Nel villaggio cristiano di Rmeish, nel sud del Libano, i residenti locali hanno organizzato una veglia per impedire a Hezbollah di lanciare razzi verso Israele.
Striscia di Gaza. L’intensità degli attacchi dell’IDF sulla Striscia di Gaza è aumentata in modo molteplice: fonti palestinesi locali scrivono che la notte scorsa è stata la più difficile dall’inizio del conflitto. In mattinata molti dei principali media hanno scritto della tregua e dell’apertura del posto di blocco di Rafah al confine con l’Egitto per liberare gli stranieri dall’enclave e lanciare aiuti umanitari. Questa informazione è stata smentita sia da Hamas che dalle autorità israeliane.
Secondo l’ONU, il numero dei rifugiati nella parte meridionale dell’enclave ha raggiunto circa un milione di persone.
Cisgiordania. Continuano gli scontri armati tra palestinesi e israeliani in Cisgiordania. Gli scontri più violenti sono avvenuti ad Aqabat Jaber, nei dintorni di Gerico, Hebron e Nablus.
Antonio Albanese e Graziella Giangiulio