TUNISIA. Rached Ghannouchi resta presidente del Parlamento

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Trema il parlamento tunisino ma non crolla, almeno per ora. Solo 97 parlamentari hanno votato al sfiducia al presidente del parlamento Rached Ghannouchi, leader di Ennahdha, mentre servivano almeno 109 voti. Eppure questa vittoria è l’ennesima fotografica di un paese sull’orlo di una crisi aggravata dalla pandemia e di difficile soluzione. La crisi parlamentare è molto vicina e si avverte una ennesima rottura interna ai partiti.

Il 31 luglio, Lilia Bellil, parlamentare, in quota al partito Al Cuore della Tunisia, Nidaa Tounes, si è dimessa dal partito. Lo ha reso noto via Facebook. Ha affermato che sono state esercitate pressioni e molestie nei suoi confronti in relazione alla sua decisione di voto a favore della revoca della fiducia nel presidente del parlamento.

A restare più scottato però è il diretto protagonista, Rached Ghannouchi che non si aspettava di certo 97 voti a sfavore. Nonostante le scene di giubilo e gioia delle deputate di Ennahdha, guidate dal loro presidente del blocco, al momento della proclamazione del risultato del voto di censura contro l’Assemblea, Ghannouchi sa che nulla è più come prima l’aria in parlamento è cambiata.

Il leader di Ennahdha secondo i rumors di palazzo ha vissuto il voto come una sconfitta pesante, molto pesante. Politicamente parlando, Ghannouchi viene sconfitto, così come il suo partito che, a seguito di questo voto, molto probabilmente intraprenderà un lungo viaggio attraverso il deserto.

Giornali favorevoli all’opposizione hanno scritto: «Con un’opposizione così organizzata di fronte a loro, sotto la cupola del Bardo, non saranno più in grado di aspirare a governare nulla, o di approvare le leggi che vogliono e tanto meno di scegliere a loro piacimento, ad esempio, i membri di la corte costituzionale, né di opporsi ai progetti e ai testi che saranno loro imposti dalle presidenze della Repubblica e del governo… Sono davvero entrati pienamente nel periodo della fine del regno».

Nel frattempo Slim Azzabi, ministro dello Sviluppo degli investimenti e della cooperazione internazionale, il 13 luglio, ha detto che la Tunisia sta negoziando con alcuni paesi, il rinvio del pagamento delle scadenze per crediti previsti per il 2020. Secondo il ministro sono in corso negoziati con Arabia Saudita, Qatar, Francia e Italia.

Lucia Giannini