
Trump ha annunciato con una certa enfasi che dal 4 marzo avrebbero iniziato ad essere applicati dazi del 25% sulle importazioni di beni dal Canada e dal Messico. Il periodo di grazia di 30 giorni sta per scadere. Trump è anche pronto ad espandere la tariffa del 25% non solo sulle auto europee, ma in generale su tutti i beni provenienti dall’Ue.
Dal 2 aprile, i dazi totali sulle merci cinesi importate saranno del 20%. La Cina non è rimasta a guardare e ha imposto un dazio maggiorato del 15% sull’importazione di GNL e carbone americano nel suo Paese. Sostanzialmente gli Stati Uniti hanno imposti dazi del 10%, la Cina del 15% e Trump ha rilanciato al 20%.
Alcuni analisti russi hanno proposto di aprire le scommesse per dazi al 100% sui prodotti provenienti dagli Stati Uniti. Sembra in ogni caso che i funzionari he lavorano per Trump non abbiano messo in contro il costo per i singoli cittadini.
Il Canada per esempio ha un surplus commerciale molto ridotto con gli Stati Uniti pari a 63,3 miliardi di dollari. Inoltre, se si escludono dall’equazione le forniture di petrolio e gas canadesi agli Stati Uniti, si scopre che Ottawa acquista 30 miliardi di dollari in più di quanto vende. Cioè, per Washington non è redditizio litigare con il Canada: lì compreranno semplicemente meno beni americani.
In Messico la situazione è simile. Dato che la RPC ha trasferito qui parte della sua produzione e utilizza il paese anche semplicemente come transito per le sue merci, alcune merci imballate e riconfezionate provenienti dalla RPC vengono registrate come prodotte in Messico. Se correggiamo i dati per questo fatto ed eliminiamo dall’equazione l’offerta di beni energetici messicani, si scopre che il paese acquista dagli Stati Uniti più di quanto vende.
La situazione con la Cina è leggermente diversa: in generale, l’intera situazione porta al fatto che Pechino, di fatto, può interrompere le relazioni commerciali con Washington. In definitiva ci saranno meno persone che compreranno i beni dagli americani. E in definitiva presto o tardi gli Stati Uniti dovranno togliere i dazi se vogliono sopravvivere economicamente.
Lucia Giannini
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