Stop al fumo in Russia

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RUSSIA – Mosca 07/6/2013. Il primo giugno è entrata in vigore una legge fondamentale per la nazione russa, la legge “Sulla protezione della salute pubblica dall’esposizione ambientale al fumo di tabacco e le conseguenze del consumo”, con cui si darebbe il via al programma di miglioramento della salute pubblica e dell’aumento dell’aspettativa di vita.

Il decreto, firmato dal presidente Putin lo scorso 25 febbraio, aveva da subito creato dissensi tra l’opinione pubblica, dal momento che circa il 40 % della popolazione è considerato fumatore. Dalle varie interviste portate avanti in questi mesi man mano che ci si avvicinava alla data di entrata in vigore della legge, una totale approvazione di essa viene espressa unicamente da esponenti dell’ambiente sanitario, che condannano la diffusione del fumo attivo e passivo, sempre più crescente, e che porta ad un aumento di anno in anno dei casi di pazienti affetti da malattie respiratorie dovute a tale dipendenza. In pochi si sono espressi su come una simile legge, già presente in molti stati europei, possa avere conseguenze favorevoli sulle condizioni di vita, mentre ancora radicata è la convinzione che l’atto di fumare sia parte della cultura russa, e il popolo non sarebbe quindi pronto ad accogliere un tale drastico cambiamento. In realtà, da un punto di vista esterno, la legge non appare così radicale. Sarà infatti possibile continuare a fumare all’interno di bar e ristoranti per ancora un anno, visto che dal 1 giugno 2013 il divieto concerne unicamente i mezzi pubblici e i relativi luoghi di attesa, le istituzioni educative, sanitarie, culturali e sportive, e, cosa più importante, non è prevista per il momento alcuna sanzione per coloro che non rispettassero il divieto. Chi viene sorpreso a fumare in aeree vietate, riceverà unicamente un ammonimento da parte delle forze dell’ordine, ma nonostante ciò non è stato previsto un aumento dei controlli da parte della polizia per tali luoghi. Si è quindi piuttosto scettici sull’effettiva applicazione del nuovo decreto, ma ha messo in risalto l’effettivo problema che il tabacco rappresenta per la Russia. Sia Putin che Medvedev, entrambi non fumatori e accusati di un rigorismo inappropriato nel prendere la decisione, hanno più volte sottolineato come il problema della dipendenza da tabacco nel paese sia tutt’altro che irrilevante, in quanto l’indifferenza e la noncuranza con cui si promuove il fumare e con cui si fuma in presenza di bambini, fa sì che i giovani inizino la loro dipendenza già a scuola, ed è una delle principali cause della bassa aspettativa di vita dei russi (solamente 68 anni, più di 10 anni in meno rispetto ai paesi occidentali). Il presidente e il Primo ministro sono unanimi nel concordare l’amoralità nello speculare sulla salute dei bambini e dei giovani,  ai quali bisognerebbe offrire una speranza per il futuro invece di decretarne già il cammino. La legge quindi prevede anche il divieto di pubblicizzare i prodotti interessati, limitando anche i luoghi di vendita.