Benessere e vegetarianesimo

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ITALIA – Roma. 07/06/13. Estate, tempo di fisico perfetto e vita all’aperto. Ma è meglio la dieta vegetariana o quella per onnivori? Numerosi sono i tifosi del vegetariano: «L’alimentazione vegetariana, compresa quella di tipo “vegano” (che esclude i prodotti lattiero-caseari) non produce carenze accertate per quanto riguarda proteine e sali minerali essenziali»

A tal proposito è sempre utile la lettura di un testo del 2001, purtroppo oramai fuori catalogo, di Franco Travaglini e Giuseppe Capano “Perché essere quasi vegetariani”. Il testo illustra la definizione tradizionale di vegetarismo in cui è escluso il consumo di carni e pesce, mentre è previsto il consumo di prodotti animali; nel vegetalismo, al contrario, sono esclusi tutti gli alimenti non strettamente vegetali, con inevitabili carenze di alcuni nutrienti essenziali. Entrambe le scelte sono da rispettare perché possono avere motivazioni salutistiche o scrupoli morali.

La proposta di Travaglini e Capano era quella di essere quasi vegetariani. Che vuol dire? Mangiare in maniera ridotta uova, latte e latticini che mantenendo aperta la possibilità di cessare il loro consumo. Si tratta, in sintesi, di proporre una dieta sostenibile. dieta e non cura dimagrante, occorre precisare, cioè stile di vita e alimentazione. Una dieta può essere definita sostenibile se: «È composta dalla combinazione di cibi che meglio garantiscono all’alimentazione il ruolo di conservazione della salute e di prevenzione della malattia; si basa su alimenti ottenuti con tecniche produttive e pratiche agronomiche capaci di conservare le basi naturali delle produzioni agricole; riguardo alla quota di alimenti di origine animale che la compone, tiene conto degli aspetti salutistici, di gusto e ambientali, ma considera anche il “benessere animale”; può essere opportunamente adattata alle diverse situazioni climatiche, ambientali e culturali; non mortifica il gusto, anzi, lo stimola e lo accompagna in nuove scoperte», riporta il sito benessere.com.