SERBIA. Falsi allarmi bomba sui voli Air Serbia: Vučić accusa l’intelligence ucraina

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La Serbia è rimasto l’unico paese europeo che continua a garantire i collegamenti aerei con la Russia. Bruxelles auspicava che con le elezioni di inizio aprile e la riconferma del presidente Aleksandar Vučić alla guida del paese per un secondo mandato, Belgrado si sarebbe riallineata alle politiche sanzionatorie e ai blocchi nei confronti della Russia. Eppure, tra le altre questioni, quella dei voli diretti verso Mosca e San Pietroburgo tuttora garantiti dalla Serbia è quella su rischiano di incrinarsi ulteriormente i rapporti tra il paese di area balcanica e l’Ucraina.

Nelle scorse settimane una serie di allarmi bomba ha coinvolto dei voli Air Serbia diretti da Belgrado verso le due principali città russe. Si è sempre trattato di falsi allarmi il cui unico scopo era quello di impedire alla compagnia aerea nazionale serba di garantire il collegamento con la Russia: da quando è scattata la chiusura dei collegamenti aerei, i voli operati da Air Serbia ovviamente sono aumentati; per un russo, atterrare in territorio serbo costituisce una delle vie più efficaci per poter raggiungere altri paesi europei.

Dall’inizio della guerra, più dieci aerei della compagnia diretti in Russia hanno dovuto fare ritorno a Belgrado a causa di falsi allarmi bomba; l’aeroporto della capitale serba è invece stato evacuato tre volte. Alla fine della scorsa settimana Vučić è intervenuto sulla questione, ribadendo che la Serbia intende continuare a garantire i collegamenti aerei con la Russia per “dimostrare che siamo un Paese libero”. Il presidente serbo ha aggiunto che dietro i falsi allarmi bomba ci sarebbero i servizi di intelligence dell’Ucraina e di un non specificato paese membro dell’Unione europea.

Il portavoce del Ministero degli Esteri ucraino Oleg Nikolenko ha subito risposto che le accuse di Vučić sono false e infondate, aggiungendo che Kiev esorta Belgrado a “supportare l’Ucraina nella difesa dei valori su cui si fonda l’Europa libera”. Finora la Serbia ha solamente votato in favore delle risoluzioni di condanna delle Nazioni Unite contro l’invasione russa dell’Ucraina. Anche se Vučić è stato riconfermato come Capo dello Stato, la possibilità di una presa di posizione ufficiale della Serbia nei confronti del conflitto in Ucraina e dell’imposizione di sanzioni contro Mosca è resa ancora più complicata dalle trattative per la formazione di un nuovo governo. Anche dal punto di vista del Cremlino, ora Vučić cercherà di ritardare la nomina di un nuovo esecutivo proprio per evitare di affrontare la questione.

Carlo Comensoli