Potere di fuoco per SDF in Sud Sudan

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di Antonio Albanese GIAPPONE – Tokyo 17/11/2016. Il Giappone ha approvato il 15 novembre un ruolo maggiormente attivo per le sue Forze di autodifesa, Sdf, in una missione all’estero. Si tratta della prima volta da quando il paese ha portato a compimento una controversa riforma militare lo scorso marzo, permettendo alle sue truppe di combattere all’estero.

In una riunione del governo, è stato sancito un nuovo ruolo per i soldati che partecipano alle operazioni di mantenimento della pace delle Nazioni Unite in Sud Sudan: il nuovo ruolo del Sdf includerà missioni di soccorso e regolo d’ingaggio meno rigide in termini di uso delle armi, secondo l’agenzia di stampa Kyodo. Ad oggi, l’uso delle armi da parte delle truppe giapponesi è stata limitata alla sola difesa, ora potranno sparare per mettere in guardia gruppi armati.

Il personale Sdf sarà anche in grado di giocare un ruolo più importante nel proteggere i campi della missione e difenderli insieme ad altre truppe straniere, anche se l’attacco non prendesse di mira direttamente i soldati giapponesi.

Dal 2012, il Giappone ha inviato unità terrestri del suo esercito per costruire strade e altre infrastrutture in Sud Sudan all’interno della missione Unmiss, ma le truppe, che saranno inviate a partire dal 20 novembre, avranno un ruolo più ampio.

Il governo ha detto che le missioni di soccorso saranno condotte in casi molto limitati, quando le autorità del Sud Sudan o le Nazioni Unite non saranno in grado di rispondere, e inoltre saranno presenti precisi limiti territoriali: la capitale Juba e le zone circostanti, riporta Kyodo.

L’amministrazione giapponese di Shinzo Abe dice la nuova legge darà al Giappone un ruolo più attivo nella pace e nella sicurezza della regione sulla scena internazionale.

Tuttavia, restano pesanti le critiche secondo cui verrebbe erosa grandemente la Costituzione pacifista, permettendo alle truppe giapponesi di combattere all’estero per la prima volta dalla Seconda guerra mondiale.