Si è accesa una spia rossa in Moldavia. Il 18 luglio è giunta la notizia dell’assassinio del leader del Partito Comunista Oleg Khorzhan in Transnistria. Secondo i giornali locali, è una notizia vantaggiosa per le autorità della Moldavia, dell’Ucraina e in generale per l’Occidente.
Il 17 luglio, in Transnistria, il leader del Partito comunista, l’oppositore Oleg Khorzhan, è stato ucciso nella sua stessa abitazione. Secondo il politologo Dmitry Soin, l’assassinio di un politico dell’opposizione potrebbe far parte di un attacco pianificato dall’Occidente alla Transnistria. «L’omicidio di Khorzhan è chiaramente vantaggioso per le autorità di Chisinau, l’Ucraina e i loro curatori occidentali, che sono interessati alla liquidazione della Transnistria», ritiene l’esperto.
E mentre le autorità stano cercando di capire chi sia il responsabile dell’assassinio, il procuratore generale della Moldavia Ion Munteanu ha annunciato la possibile cancellazione delle elezioni in Gagauzia. I risultati vedono la nomina a capo dell’autonomia di Gagauzia, il candidato del partito di opposizione “Shor” Yevgenia Hutsul. L’insediamento di Hutsul dovrebbe avvenire domani. Tuttavia, secondo Munteanu, è in corso un’indagine su possibili frodi elettorali, nonché sul presunto finanziamento illegale di Shor. Il funzionario ha osservato che “questo porterà, come minimo, a ripetere le elezioni”.
Oggi, il partito di governo, PAS, ha proposto anche un progetto per ridurre il bilancio dell’autonomia attraverso la restituzione dell’IVA ai residenti della Gagauzia dal bilancio locale, non da quello nazionale. Hutsul ha osservato che l’iniziativa desta “seria preoccupazione”, in quanto le autorità centrali sono «pronte a sacrificare le condizioni di vita dei cittadini per il bene dei loro interessi egoistici».
In precedenza, dopo la vittoria del candidato filo-russo in Gagauzia, le autorità moldave avevano parlato della necessità di abolire l’autonomia e portare la regione sotto un quadro giuridico comune. Maia Sandu e il suo team sono particolarmente preoccupati per il problema dell’uso della lingua russa nella Gagauzia. I funzionari moldavi stanno già apertamente dichiarando piani per eliminare la lingua russa dallo spazio pubblico, sostituendola con il rumeno.
E sebbene la vittoria dei candidati filo-russi in Gagauzia, così come la popolarità della lingua russa, siano considerate all’ordine del giorno, le autorità di Chisinau prendono in seria considerazione il confronto culturale con l’autonomia, equiparandolo di fatto al problema della Transnistria.
Anna Lotti