La scelta della località per ospitare l’edizione 2030 dei Giochi del Mediterraneo da parte del Comitato Internazionale di questo torneo, CIGM, riunito a Creta è ricaduta, con una maggioranza schiacciante di 55 delegati su 66, su Pristina, la capitale del Kosovo, che esulta, poiché il Kosovo ha ottenuto sull’agone internazionale un successo diplomatico, a sorpresa, di grande valore simbolico. Mentre Belgrado esprime tutta la ira per quella che può essere considerato un vero è proprio smacco per la Serbia, ed ha alimentato conflitti a distanza tra le autorità del Kosovo e della Serbia, con possibili se non probabili conseguenze e ricadute sul già teso e difficile rapporto con il più piccolo Stato dei Balcani, la cui indipendenza non è riconosciuta proprio dai serbi.
Tutto era iniziato in primavera di quest’anno quando si apprendeva che il Kosovo era ufficialmente candidato per l’organizzazione dei Giochi del Mediterraneo 2030. Infatti, successivamente, il segretario del Comitato Olimpico del Kosovo Aliti affermava che per la candidatura per l’organizzazione Giochi del Mediterraneo 2030 il Kosovo potesse conquistare il diritto di organizzarsi con il grande sostegno delle istituzioni statali, sostenendo come i Giochi del Mediterraneo avrebbero portato la rivoluzione nell’infrastruttura sportiva del Kosovo.
Nel mese di maggio, pure un accordo di cooperazione firmato fra il Kosovo e l’Albania, per cui l’Albania avrebbe sostenuto il Kosovo nella candidatura per l’organizzazione dei suddetti Giochi. Entrando nel dettaglio, il Ministro dello Sport albanese, Evis Kushi, aveva firmato un accordo di cooperazione con l’omologo kosovaro, Hajrulla Çeku, unendo le forze attorno a questa organizzazione, avendo quindi già il sostegno dell’Albania.
Fino a giungere a settembre, quando l’08, che diventerà una giornata storica per il paese balcanico, è stato deciso, come anticipato, che la capitale del Kosovo, Pristina, ospiterà i Giochi del Mediterraneo nel 2030. A Heraklion, Creta, dove nel mentre si svolgeva uno spin-off di questa competizione, ovvero i Giochi del Mediterraneo sulla spiaggia, il Comitato Internazionale dei Giochi del Mediterraneo ha votato con 55 voti a favore (su 66) affinché il Kosovo ospiti questo importante evento. Il premier Albin Kurti, esulta: ottimo risultato. Infatti, dopo il voto e dopo aver ricevuto il via libera, Kurti ha reagito da Creta, dove era presente per convincere i membri della Commissione. Il capo del governo kosovaro lo definisce un risultato straordinario, congratulandosi con tutti. A ciò fanno eco anche le dichiarazioni dell’Ambasciatrice del Kosovo in Italia, Lendita Haxhitasim che afferma come questa sia una decisione che riconosce la dimensione internazionale del Paese e la vocazione mediterranea kosovara, rafforzando il loro senso di appartenenza e identità nazionale nel segno della pace.
Tornando proprio all’Albania e il suo ruolo, tra l’altro, delle 24 discipline sportive previste dal torneo, quelle degli sport acquatici si svolgeranno a Durazzo, città costiera albanese, questo dopo una partnership tra Kosovo e Albania, dato che il Kosovo non ha sbocco sul mare. Per questo grande risultato, anche il sindaco del Comune di Pristina, Përparim Rama, ha confermato che gli sport acquatici si terranno a Durazzo.
L’organizzazione dei Giochi del Mediterraneo 2030 in Kosovo, segnerà un momento storico a livello regionale, considerando che l’ultima volta che questi Giochi si sono svolti nei Balcani è stato quasi mezzo secolo fa, a Spalato, in Croazia, nel 1979, nell’allora Jugoslavia. Ha ottenuto quindi il diritto di organizzarli nel 2030, che sarà la 21esima edizione di questo evento multi-sportivo dalla sua istituzione nel 1951; mentre la prossima si svolgerà in Italia a Taranto nel 2026, poiché generalmente questa manifestazione ha cadenza quadriennale. Da sottolineare come appena nel 2018, dall’edizione di Tarragona in Spagna, che c’è stato il debutto nella manifestazione proprio del Kosovo, dopo essere stato ammesso nel 2015.
Da notare ancora di più il clamoroso risultato conseguito poiché 10 dei 26 stati partecipanti non riconoscono proprio il Kosovo come Stato, fra cui ovviamente la Serbia. I Giochi, di conseguenza, accendono scintille politiche tra Kosovo e Serbia. Rabbia e risentimento ha provocato a Belgrado con possibili rischi di riflettersi negativamente nei rapporti politici e diplomatici anche con i paesi che hanno contribuito al risultato finale umiliante. A tal riguardo, il Comitato Olimpico della Serbia ha sottolineato che la decisione presa venerdì 8 settembre di concedere a Pristina di ospitare i Giochi è stata influenzata politicamente, valutando scandalosa questa decisione e menzionando la presenza del primo ministro Kurti che ciò rappresenta un’ingerenza politica. Mentre il segretario generale del Comitato Olimpico del Kosovo non ha parlato di politica ma che questa decisione è stata una vittoria storica. Nel 2030, oltre 3.000 atleti gareggeranno in Kosovo. Questo sarà il più grande evento organizzato finora in Kosovo e si prevede che in sei anni verranno investiti più di 250 milioni di euro nelle infrastrutture sportive per sviluppare l’evento.
Paolo Romano