#ISRAELHAMASWAR. Raid israeliani nei negozi di cambia valute: inizia la guerra economica ad Hamas. Coalizione anti-Houti bombarda lo Yemen nord

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Le Nazioni Unite affermano che un disastro sanitario è in vista a Gaza. Un funzionario delle Nazioni Unite ha riferito il 28 dicembre che “una catastrofe sanitaria pubblica si sta preparando a Gaza”, nel contesto delle operazioni militari nella Striscia.

Secondo il New York Times dal 7 ottobre Hamas e la Resistenza islamica hanno lanciato circa 12.000 razzi da Gaza contro Israele. 

Il Canale israeliano Kan riferisce: “Netanyahu ha parlato con Macron nell’ufficio del presidente francese: Macron ha invitato Netanyahu a lavorare per promuovere un cessate il fuoco sostenibile con l’aiuto di tutti i partner regionali e internazionali. A rispondere a Macron, Khaled Mashaal, Hamas, in un’intervista al quotidiano francese Le Figaro: “A causa delle pressioni esercitate dalle famiglie dei rapiti, Israele e gli Stati Uniti vogliono un nuovo cessate il fuoco, ma la leadership di Hamas lo rifiuta. Le nostre condizioni sono chiare: una fine permanente alla guerra per garantire il rilascio reciproco dei rapiti israeliani e dei prigionieri palestinesi, nonché negoziati su altre importanti questioni sotto gli auspici internazionali.”

Fonti Houti riferiscono che il Jihad Islamico in merito al cessate il fuoco ha rilasciato al seguente dichiarazione: «Siamo impegnati a un cessate il fuoco completo e al ritiro delle forze nemiche prima di ogni altra cosa. Il Movimento della Jihad Islamica in Palestina ha confermato che l’intensificazione dei massacri delle forze nemiche israeliane nella Striscia di Gaza non compenserà le perdite sul campo e non farà altro che aumentare la determinazione dei Mujaheddin nel rispondere all’aggressione».

Secondo l’israeliano Channel 13 vi sarebbe una “nuova proposta israeliana per un accordo sugli ostaggi: Israele accetta di ritirarsi dalle aree popolate. I civili sono stati trasferiti dal sud della Striscia al nord”. Sempre secondo i media israeliani: “Un funzionario politico ha affermato che la clessidra politica con il Libano sta per scadere: “La situazione si sta aggravando e siamo sul punto di esaurire la possibilità di un accordo”.

Nella giornata del 28 dicembre in Iran si sono svolti i funerali di Sayed Razi Moussawi, uno dei fedelissimi di Qassem Soleimani, ucciso sempre da un raid aereo questa volta americano in Iraq. A latere del suo funerale il Comandante della Guardia rivoluzionaria iraniana, Hossein Salami, ha ribadito: «L’operazione Al-Aqsa Flood è stata un’operazione completamente palestinese ed è stata portata avanti dagli stessi palestinesi, è stata condotta senza alcun supporto esterno ed è una risposta a 75 anni di ingiustizia; è una risposta a ciò a cui sono esposti i palestinesi a Gaza e in Cisgiordania. L’operazione Al-Aqsa Flood non è stata una vendetta per Qassem Soleimani. Saremo noi a vendicarlo».

Hossein Salami, ha confermato che «il fronte della Resistenza ha molte cose in comune, ma ogni suo asse ha la propria indipendenza in azione e Teheran non interferisce nelle sue decisioni, poiché è lei che decide le sue azioni. E anche la resistenza in Iraq è autonoma.» Secondo il comandante Hamas e la Jihad islamica producono armi internamente. 

L’Ex ambasciatore iraniano a Baghdad ha dichiarato che: «Non è necessario che l’Iran interferisca nella guerra nella Striscia di Gaza. La resistenza palestinese è sufficiente per rivaleggiare con Israele».

In Libano, secondo il quotidiano libanese Al-Akhbar (legato a Hezbollah), 78mila abitanti dei villaggi del sud del Libano hanno dovuto abbandonare le loro case e si sono diretti al nord dopo i combattimenti. Il 97% di loro ha affittato un appartamento e solo il 3% è andato in rifugi organizzati.

Fonti siriane affermano che Bashar al Assad avrebbe ricevuto tramite gli Emirati Arabi Uniti un messaggio da Israele: “Il governo siriano di Bashar al-Assad sarà responsabile di qualsiasi attacco dal territorio siriano contro Israele e dei danni ai nostri cittadini e alle nostre forze”.

Fonti Houti riferiscono che: “Crimini dell’aggressione americano-saudita in questo giorno, 28 dicembre. Gli aerei d’aggressione statunitensi, sauditi ed emiratini hanno lanciato incursioni su aree popolate e strutture di servizio, provocando il martirio e il ferimento di molti cittadini e il danneggiamento e la distruzione di proprietà pubbliche e private”.

Nonostante il bombardamento continuano le preoccupazioni per i mercantili in transito nel Mar Rosso, la petroliera Kristi State, di proprietà greca, che ha lasciato la Russia, ora trasmette tramite AIS che non ha alcun collegamento con Israele e sta cercando di non essere attaccata dagli Houti. Muhammad Abdel Salam, portavoce degli Houti ha dichiarato: «La confusione tra alcuni paesi a cui l’America chiede di aderire alla coalizione è dovuta alla convinzione che non ci sia legittimità per questa mossa. Le forze navali yemenite comunicano quotidianamente con tutte le navi e gli Stati Uniti stanno cercando di indurre alcuni paesi a entrare in questa alleanza per proteggere Israele. Abbiamo contatti con paesi che hanno confermato di non essere presenti in mare, e alcuni paesi ci hanno informato che la loro presenza nella coalizione si limita all’invio di ufficiali in Bahrein». Gli Houthi nelle loro dichiarazioni hanno ribadito che le navi in transito non saranno colpite, saranno prese di mira solo quelle dirette in Israele. 

Secondo l’IDF, 44 soldati sono rimasti feriti nei combattimenti nella Striscia di Gaza nelle ultime 24 ore. Il numero dei morti ufficialmente riconosciuti del personale dell’IDF ha raggiunto 501 dopo che è stata segnalata la morte di un ufficiale, un maggiore, nella giornata del 28 dicembre. 

Il Capo di Stato Maggiore dell’esercito israeliano Herzi Halevi ha visitato il 27 dicembre il Comando Nord dell’esercito per valutare la situazione attuale e approvare alcuni piani. Nella dichiarazione dell’esercito si afferma che il livello di preparazione è “altissimo”, alla luce della situazione in corso al confine libanese.

Halevi ha aggiunto che: «Il nostro primo compito è riportare i residenti in sicurezza, e ciò richiederà tempo. Oggi abbiamo approvato una serie di piani per il futuro e dobbiamo essere pronti per un’offensiva, se necessario». Ha concluso che la campagna israeliana in Libano finora ha avuto successo e che i coloni torneranno solo quando sarà sicuro. 

Le brigate al Quds legate ad Hamas hanno riferito che dall’inizio dei combattimenti di terra nella Striscia di Gaza, 898 soldati sono rimasti feriti. Mentre sono 129 i morti di Hezbollah. 

Ed ora uno sguardo al conflitto Israele – Hamas

Continuano i raid israeliani nella Striscia di Gaza in tutti i settori: nord, centro e sud. In risposta Hamas e le brigate ad asse affiliate riferiscono di ennesimo attacco contro sito dell’intelligente israeliana: il “terzo occhio”. 

Nella zona sud del Libano, l’artiglieria israeliana ha sparato contro i seguenti villaggi: Haneen; Dibl; Ramia; Waraqa di Beit; Kiyam; Rashaya Al-Fukhar; Furdais; Kafarshouba; Yatar; Al-Jebayn; Sheheen; Zoo Majdal; Hula; Markaba; Aitarun. 

In risposta, Hezbollah ha preso di mira il sito israeliano Al-Samaqa nelle fattorie libanesi occupate di Shebaa.LeBrigate Al-Quds affermano di aver bombardato, con uno sbarramento missilistico concentrato e uno sbarramento di colpi di mortaio, un raduno di soldati israeliani e un quartier generale di comando e controllo nella terra di Abu Oreiban, a sud-est del quartiere di Al-Zaytoun. 

Nel corso della giornata si sono verificati circa 8 diversi attacchi con razzi e UAV dal Libano verso Israele. Nel recente attacco a Qiryat Shmona si sono verificati diversi impatti di razzi che hanno causato danni materiali.

Continuano gli scontri tra uomini di Hamas e l’esercito Israeliano nel centro e nel sud di Gaza. In modo particolare le fonti social parlano di scontri a Tallat al-Rayyis, a nord-est della regione centrale, con colpi di mortaio di grosso calibro. A est di Bureij, e nuovi bombardamenti di artiglieria alla periferia del campo di Nuseirat e a est del campo di Al-Maghazi. A Gaza sud le Brigate Al-Qassam hanno preso di mira 5 carri armati Merkava con proiettili “Al-Yassin 105” a est della città di Khan Yunis, a sud della Striscia di Gaza. E gli Israeliani hanno risposto al fuoco. 

In Cisgiordania, le fonti social filo palestinesi lamentano che Israele ha preso di mira i centri di cambio. Oltre che a svolgere i consueti raid per arrestare gli attivisti di Hamas. Si registra nella giornata del 28 dicembre una massiccia campagna di incursioni in numerose città e campi della Cisgiordania. In molti negozi di cambio sono stati sequestrati beni, nel mezzo di diffusi scontri e arresti.

Secondo gli analisti della social sfera sarebbe in corso una nuova guerra economica contro le imprese e le persone, l’IDF ha fatto irruzione in molti uffici di cambio valuta e agenzie di trasferimento straniere, confiscando tutti i loro soldi. Questo denaro è di proprietà delle imprese, delle persone e di tutti i presenti. Un incidente simile è avvenuto a Gaza, ma lì, l’esercito israeliano ha bombardato le strutture. I media israeliani confermano: “Un’incursione la scorsa notte in 5 negozi di cambio valuta a Ramallah, Hebron, Jenin e Tulkarem è stata classificata come terroristica dal ministero della Sicurezza e sono stati confiscati circa 10 milioni di shekel”. Arresti e scontri a Hebron e Ramallah e Nablus, in modo particolare interessata la città vecchia. 

La resistenza irachena colpisce l’insediamento “Eliad” e in un centro di intelligence israeliano a Erbil (Iraq) e inoltre la Resistenza Islamica in Iraq ha annunciato il 27 dicembre di aver colpito un obiettivo vitale nell’insediamento “Iliad”, nel sud della Palestina.

Antonio Albanese e Graziella Giangiulio

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