#ISRAELHAMASWAR. IDF pronto all’operazione di terra. Hamas: tregua per scambiare prigionieri con cibo

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Intenso fine settimana nell’aggravamento tra Israele e Hamas. Andando per ordine: a partire dalla sera del 27 ottobre si apprende che forze di terra hanno intrapreso una nuova operazione nel nord della Striscia di Gaza. «Hamas sentirà la nostra ira stasera, la vendetta inizierà stasera» a dirlo il consigliere politico di Netanyahu Mark Regev in un’intervista a MSNBC. Lo stesso a Fox News dichiara che Gaza “sarà completamente diversa” dopo la guerra.

Il quotidiano Times of Israel poche ore prima aveva scritto che le autorità israeliane intendono approvare una legge che consentirà alla polizia di sparare per uccidere i cittadini israeliani che bloccano le strade in tempo di guerra.

Sempre il 27 ottobre il segretario generale dell’ONU Stephane Dujarric dichiara: «Se Israele lanciasse un’operazione di terra nella Striscia di Gaza, avrebbe un effetto devastante – l’ONU invita tutte le parti a rispettare il diritto umanitario internazionale».

Alle 19:10 del 27 ottobre Israele inizia l’operazione di terra a Gaza afferma il portavoce dell’esercito. Allo stesso tempo, altri media sostengono che le forze israeliane stanno solo espandendo la portata delle manovre di terra nella Striscia.

Alle 21:53 viene battuta la notizia che L’Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha adottato una risoluzione che chiede una tregua immediata nella zona del conflitto israelo-palestinese.

«Abbiamo aumentato il ritmo degli attacchi sulla Striscia di Gaza. La nostra aviazione sta attaccando obiettivi sotterranei e infrastrutture terroristiche. In continuazione degli attacchi sulla Striscia di Gaza, le nostre forze stanno ampliando la portata delle operazioni di terra durante queste ore al fine di garantire il raggiungimento degli obiettivi di questa guerra», ha detto un portavoce dell’esercito. L’esercito afferma che Israele è pronto a difendere la sicurezza del Paese “su tutti i fronti”.

L’agenzia di stampa iraniana Tasnim diffonde la notizia che a combattere con i militari di Israele vi sarebbero 5.000 militari americani. La notizia sarà smentita il 27 ottobre dalle autorità di Israele: «Israele non consente al personale militare di altri stati di partecipare alle sue operazioni». Lo ha affermato l’ambasciatore del Paese in Francia, Raphael Morave, alla stazione radio Europe 1. «Israele ha sempre combattuto i suoi nemici da solo, e questo continuerà a fare. Non abbiamo mai chiesto aiuto sotto forma di invio di truppe straniere. Non si può parlare di inviare truppe francesi in Israele o nella Striscia di Gaza», ha osservato, escludendo qualsiasi partecipazione di soldati delle forze armate francesi, anche se auspicata da Parigi.

E successivamente a convalidare che le forze americane non prendono alcuna parte nelle operazioni di terra delle forze di difesa israeliane nella Striscia di Gaza, arriva la TASS che cita un rappresentante ufficiale del Dipartimento di difesa americano che ha commentato Tasnim, secondo la quale «circa 5.000 soldati americani stanno partecipando all’operazione di terra che l’esercito israeliano ha lanciato a Gaza venerdì notte». «Questo rapporto non è vero. Nessuna forza americana sta partecipando alle operazioni di terra a Gaza», ha sottolineato il portavoce del Pentagono.

Il 30 ottobre il presidente della Camera dei Rappresentanti Usa Johnson ha detto che la prossima settimana presenterà un disegno di legge per finanziare la difesa di Israele, ma non dell’Ucraina.

E ancora la Casa Bianca fa sapere che gli Stati Uniti non vogliono un’escalation o un conflitto con l’Iran. Paese che proprio il 27 ottobre inizia le esercitazioni militari terrestri su larga scala che coinvolgono unità d’assalto, missilistiche e droni. Il presidente iraniano Ebrahim Raisi ha affermato che Israele ha oltrepassato le “linee rosse”, il che potrebbe costringere tutti ad agire. In precedenza, in un’intervista ad Al Jazeera, il presidente della Repubblica islamica aveva affermato che l’Iran non seguirà gli avvertimenti degli Stati Uniti contro l’interferenza nel conflitto israelo-palestinese.

«Washington ci chiede di mostrare moderazione e di non interferire nel conflitto israelo-palestinese, ma allo stesso tempo fornisce un ampio sostegno all’entità sionista (Israele). In una situazione del genere, consideriamo questa richiesta non valida», ha detto Raisi. Secondo il presidente, il sostegno degli Stati Uniti ai suoi alleati in Medio Oriente non influirà sulla disponibilità dei gruppi palestinesi ad affrontare Israele. «I calcoli degli Stati Uniti nella regione sono completamente sbagliati, quindi non raggiungeranno i loro obiettivi nel nuovo Medio Oriente», ha sottolineato Raisi.

A lanciare l’allarme sulla partenza dell’operazione di terra a Gaza tra gli altri, c’è il ministero degli Esteri giordano secondo cui il risultato dell’operazione di terra israeliana nella Striscia di Gaza sarà un «disastro umanitario di proporzioni epiche per gli anni a venire (…) Israele ha appena lanciato un’operazione di terra nella Striscia di Gaza».

Funzionari dell’Arabia Saudita hanno avvertito gli Stati Uniti che l’operazione di terra israeliana nella Striscia di Gaza potrebbe avere conseguenze catastrofiche per il Medio Oriente, ha riferito il New York Times. L’Arabia Saudita mette in guardia Israele da “qualsiasi operazione di terra” nella Striscia di Gaza poiché minaccia la vita dei civili, afferma il ministero degli Esteri saudita.

Sergej Lavrov, Ministro per gli Esteri russo sulle dichiarazioni israeliane afferma: «È impossibile distruggere Hamas senza distruggere Gaza con la maggior parte della popolazione civile». Se Gaza venisse distrutta e i suoi abitanti cacciati da essa, si creerebbe una catastrofe per “decenni, se non secoli” ha chiosato Lavrov. Lo stesso dirà il giorno dopo: «Il 28 ottobre Israele ha lanciato un’operazione militare di terra a Gaza, lo scontro ha raggiunto una nuova fase di escalation».

Il presidente turco Tayyip Erdogan ha invitato Israele a uscire dal suo “stato di follia” e a smettere immediatamente di bombardare Gaza. E ha promesso che cercherà di far dichiarare Israele stato “criminale di guerra”. Erdogan ha invitato i residenti del paese a manifestare a sostegno della Palestina: «Invito ogni rappresentante della nostra nazione al Grande Raduno della Palestina, che si terrà domani all’aeroporto Ataturk di Istanbul, dove dimostreremo ancora una volta al mondo la nostra solidarietà con i nostri fratelli palestinesi», ha detto Erdogan e ha poi accusato l’Occidente dello spargimento di sangue a Gaza, definendolo un massacro, durante la manifestazione a sostegno della Palestina, di Istanbul.

Il primo ministro greco Kyriakos Mitsotakis ritiene che il presidente turco Tayyip Erdogan non comprenda la vera essenza del movimento Hamas. Lo ha espresso ai giornalisti greci al termine del vertice Ue di Bruxelles. Al Mitsotakis è stato chiesto se fosse preoccupato per la posizione di Erdogan sulla questione del Medio Oriente e in particolare su Hamas, e se questa posizione potesse influenzare negativamente i processi di riavvicinamento in corso tra Grecia e Turchia. «Affermo categoricamente che Hamas è un’organizzazione terroristica», ha risposto Mitsotakis. (…) E se si considerano le atrocità commesse in Israele il 7 ottobre, è molto difficile giungere alla conclusione opposta. Pertanto, Direi che «il presidente Erdogan è completamente fuori dal mondo quando non riconosce cosa sia realmente Hamas».

Gli Stati Uniti il 27 ottobre non vogliono commentare l’espansione delle operazioni di terra israeliane nella Striscia di Gaza, Casa Bianca. Il 28 ottobre diranno: «La decisione di espandere l’operazione di terra nella Striscia di Gaza è stata presa all’unanimità da Netanyahu».

L’Ufficio dell’Alto Commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani che ha dichiarato: «Israele sta commettendo crimini di guerra a Gaza». Mentre l’Ufficio delle Nazioni Unite per i diritti umani (OHCHR) si astiene dall’etichettare gli eventi di Gaza come genocidio. La classificazione dei crimini dovrebbe essere determinata dal tribunale sulla base di un’indagine indipendente, ha detto la portavoce dell’OHCHR Ravina Shamdasani in un briefing a Ginevra. Nella striscia di Gaza internet viene interrotto: la quasi totale mancanza di comunicazioni nella Striscia di Gaza può diventare una copertura per crimini di massa, riferisce l’organizzazione per i diritti umani Human Rights Watch (HRW). Il 29 ottobre il Programma Alimentare Mondiale delle Nazioni Unite (WFP) è stato costretto a sospendere tutte le sue operazioni nella Striscia di Gaza a causa di problemi di comunicazione e persistenti problemi di accesso.

Israele ha riaperto dal 29 di ottobre il secondo dei tre gasdotti verso la Striscia di Gaza, portando nell’enclave circa 28,5 milioni di litri d’acqua al giorno, ha riferito il Times of Israel, citando il coordinatore delle attività governative nei territori palestinesi.

Secondo il New York Times Israele ha sottovalutato le capacità del movimento Hamas e ha completamente fallito gli sforzi per raccogliere informazioni sulla Striscia di Gaza; i preparativi di Hamas per l’operazione sono rimasti inosservati per circa un anno. «La forza militare più potente del Medio Oriente non solo ha completamente sottostimato la portata dell’attacco, ma ha anche fallito completamente nei suoi sforzi di raccolta di informazioni, principalmente a causa dell’arroganza e dell’errata convinzione che Hamas rappresenta una minaccia contenuta», afferma la pubblicazione, citando la propria ricerca basata su dozzine di interviste con funzionari israeliani, arabi, europei e americani.

Il 30 ottobre fonti israeliane hanno riferito che agli israeliani potrebbe essere chiesto di astenersi dal viaggiare nelle repubbliche musulmane della Russia, ha ammesso l’ambasciatore israeliano in Russia in una conversazione con RTVI a causa dell’incidente avvenuto all’aeroporto del Daghestan il 29 ottobre: 150 persone lo hanno preso d’assalto affermando che stavano dando la caccia ai “sionisti”. I tumulti sono finiti il 30 ottobre con il fermo di 60 persone e la morte di un poliziotto e tre in gravi condizioni, attualmente ricoverati in ospedale.

Gli Stati Uniti insistono affinché le armi trasferite in Israele siano utilizzate secondo le “leggi di guerra” per proteggere i civili dagli attacchi, fonte Casa Bianca

Il 27 ottobre l’Egitto ha cominciato a sorvegliare il cielo del Sinai: «Aerei militari egiziani hanno sorvolato le città di Nuweiba e Taba, nella penisola del Sinai, da venerdì mattina» riferisce il canale televisivo Al-Qahera News. La difesa aerea egiziana ha abbattuto due droni sulla regione nord-orientale della penisola del Sinai, che volavano dalla parte meridionale del Mar Rosso in direzione nord, ha detto il portavoce delle forze armate egiziane Gharib Abdel Hafez.

Il governo libanese e il suo popolo si oppongono alla partecipazione del gruppo libanese Hezbollah nella guerra tra Israele e il movimento palestinese Hamas, ha riferito il Washington Post (WP), citando alti funzionari libanesi. Secondo le fonti della pubblicazione, il governo sta negoziando con la leadership di Hezbollah per dissuadere i militanti dalla partecipazione al conflitto.

Il bilancio delle vittime nella Striscia di Gaza è salito a 8.306 dal 7 ottobre, compresi 3.457 bambini, riferisce Al Jazeera. Il presidente di Israele ha confermato la morte della tedesca Shani Luk rapita e uccisa il 7 ottobre e ha riferito che è stata decapitata. L’OMS ritiene attendibili i dati del Ministero della Sanità palestinese sul numero di morti e feriti a Gaza, ha detto un rappresentante dell’organizzazione. Biden ha espresso dubbi sulla veridicità delle informazioni palestinesi un paio di giorni fa. Il 27 sera la Mezzaluna Rossa Palestinese dichiara: «La Striscia di Gaza è completamente tagliata fuori dal mondo esterno».

A partire dal 30 ottobre Israele ha chiesto che tutti i dipendenti dei media internazionali lascino immediatamente la parte settentrionale della Striscia di Gaza a causa dell’espansione della portata dell’operazione militare.

L’esercito israeliano ha dichiarato di aver colpito più di 600 obiettivi di Hamas negli ultimi giorni. Il 29 ottobre l’ex capo del dipartimento di intelligence del Foreign Intelligence Service (Mossad) di Israele ed ex capo del dipartimento politico-militare del Ministero della Difesa Zohar Palti ha affermato che la guerra nella Striscia di Gaza sarà “molto lunga” e durerà molto.

«Stiamo effettuando raid aerei e terrestri, e questa non è né la prima né l’ultima operazione a Gaza. Questa sarà una guerra molto, molto lunga. Coloro che pensano che finirà con un’operazione di terra si sbagliano», ha detto Palti. in un’intervista al canale televisivo italiano Rai1. Ha aggiunto che le azioni militari non sono limitate da scadenze temporali; Israele condurrà operazioni militari finché non sarà convinto che “non ci sarà più un giorno come il 7 ottobre”.

Le autorità statunitensi hanno esercitato pressioni sul governo israeliano affinché ripristini le comunicazioni nella Striscia di Gaza, che erano state interrotte venerdì per ragioni sconosciute, ha riferito il Washington Post, citando un alto funzionario americano. L’interlocutore ha riferito alla pubblicazione che dietro la chiusura delle comunicazioni e di Internet nella Striscia di Gaza venerdì c’erano le autorità dello Stato ebraico. Secondo lui, gli israeliani non hanno spiegato ai loro omologhi americani perché hanno fatto questo passo prima di espandere le operazioni nell’enclave venerdì.

L’invasione di terra della Striscia di Gaza da parte delle Forze di Difesa Israeliane (IDF) durerà da sei settimane a sei mesi, riferisce Bloomberg, citando diversi funzionari. Gli interlocutori dell’agenzia sostengono che lo scopo dell’invasione è distruggere il movimento palestinese di Hamas come organizzazione e garantire che la Striscia di Gaza cessi di essere una fonte di violenza anti-israeliana. Secondo Bloomberg, gli alleati di Israele, compresi gli Stati Uniti, chiedono a Tel Aviv di formulare più chiaramente gli obiettivi dell’operazione.

Un altro obiettivo dell’operazione, secondo i funzionari della sicurezza israeliani, è uccidere tutti i leader di Hamas coinvolti nell’attacco del 7 ottobre contro Israele. I piani di Israele includono anche la creazione di una zona cuscinetto nella Striscia di Gaza per prevenire un attacco ripetuto, riferisce Bloomberg.

Israele ferma l’offensiva nelle zone residenziali di Gaza, la notizia appare nella social sfera il 30 di ottobre intorno alle 12:00. Diversi carri armati israeliani, che hanno fatto irruzione nella Striscia di Gaza e bloccato la strada principale che collega le regioni settentrionali e meridionali, hanno lasciato l’enclave. Secondo il servizio stampa del governo palestinese, Israele non conduce operazioni offensive nelle zone residenziali del settore.

La parte israeliana non ha intenzione di distruggere la Striscia di Gaza e di reinsediare i suoi abitanti; c’è un piano per distruggere le strutture militari di Hamas, ha detto l’ambasciatore israeliano presso la Federazione Russa Alexander Ben Zvi al canale televisivo Russia-24.

Hamas sostiene che i suoi sostenitori sono riusciti a interrompere un’operazione di terra che le forze israeliane intendevano effettuare ieri sera. Il 27 ottobre a RIA Novosti un membro dell’Ufficio Politico di Hamas riferisce che: «Gli americani stanno già guidando le operazioni militari contro la Striscia di Gaza». E sempre lo stesso afferma che Hamas è pronto a rilasciare tutti i civili catturati, ma gli attacchi israeliani non consentono che ciò accada.

Prima dell’allargamento dell’operazione di terra di Israele su Gaza nord, i negoziati guidati dal Qatar per la liberazione degli ostaggi detenuti nella Striscia di Gaza hanno fatto “progressi significativi”, ha riferito la CNN, citando una fonte vicina ai negoziati. «Gli Stati Uniti sperano nella liberazione di tutti gli ostaggi presi dal movimento Hamas, ma ritengono improbabile uno scenario del genere» riferisce la Casa Bianca.

Il 27 ottobre sera Hamas è interessato a stabilire un cessate il fuoco per diversi giorni e chiede il rilascio dei suoi sostenitori dalle carceri israeliane in cambio di 100 ostaggi detenuti nella Striscia di Gaza, ha riferito l’agenzia palestinese Maan. La parte israeliana era pronta ad accettare una tregua con i radicali “della durata di diverse ore, e forse giorni, sotto controllo internazionale”, ha detto la fonte all’agenzia.

Il 28 ottobre il gruppo di hacker israeliano WeRedEvils ha denunciato l’attacco hacker al sistema di gestione dei progetti delle infrastrutture petrolifere iraniane, riferisce il Jerusalem Post, citando un messaggio del gruppo di hacker.

Alle 14:48 del 28 ottobre il capo del Ministero della Difesa israeliano ha annunciato l’inizio di una nuova fase di operazioni militari, che proseguiranno fino all’arrivo di ulteriori decreti. Il giorno prima Il portavoce delle Forze di Difesa Israeliane ha negato che le azioni israeliane di oggi siano l’inizio ufficiale di un’operazione militare – ABC News

Nel frattempo si apprende che Hamas avrebbe accumulato significative riserve di carburante e cibo per lunghe battaglie con le forze di difesa israeliane (IDF), fonte il New York Times (NYT), citando funzionari governativi anonimi nei paesi arabi e occidentali. «I funzionari dicono che Hamas ha centinaia di migliaia di litri di carburante per veicoli e missili, depositi di munizioni, esplosivi e materiali per la sua produzione, magazzini con cibo, acqua e medicine. Un alto funzionario libanese ha osservato che Hamas ha il numero di combattenti che è stimate in 35-40mila persone, ci sono riserve per tre o quattro mesi di battaglie, senza bisogno di ricostituirle», informa la pubblicazione.

Ed ora uno sguardo alla situazione tra Israele e Hamas.

Dopo massicci attacchi sulla Striscia di Gaza e diversi giorni di combattimenti nella zona di confine, i gruppi corazzati delle Forze di Difesa Israeliane sono riusciti ad avanzare più in profondità nell’enclave.

Uno dei carri armati dell’IDF è stato avvistato sull’autostrada Salah al-Din vicino all’incrocio di Netzerim a sud di Gaza. Nel video, postato on line, l’equipaggio spara a un’auto civile che stava cercando di fare dietrofront e uscire dal tratto di strada. Salah ed-Din è l’autostrada principale che collega le parti settentrionale e meridionale dell’enclave. Inoltre, la via di rifornimento potrebbe passare anche attraverso la strada costiera di Al-Rashid.

Con l’istituzione del controllo su di loro, l’IDF sarà in grado di isolare completamente Gaza dal sud della regione, dove le autorità israeliane in precedenza avevano chiesto l’evacuazione dei civili. Allo stesso tempo, i media arabi hanno riferito che a seguito di un contrattacco da parte dei militanti di Hamas, il carro armato ha comunque lasciato l’autostrada Salah ed-Din.

Il 29 ottobre sono emersi anche filmati che mostrano un Merkava e l’innalzamento della bandiera israeliana su un edificio residenziale nella zona di Al-Siafa, sulla costa mediterranea a nord della città. L’avanzamento in questo tratto è di circa tre chilometri.

I tentativi dell’IDF di isolare completamente il nord di Gaza attraverso raid regolari rappresentano la preparazione del teatro delle operazioni per un’operazione di terra a tutti gli effetti. Questo sembra confermato anche dalle parole del Capo di Stato Maggiore delle forze di difesa israeliane che ha affermato che gli obiettivi delle operazioni militari richiedono un’operazione di terra.

È interessante notare che, dall’abbattimento di edifici solitari abbandonati in aree aperte, i carri armati israeliani sono passati agli attacchi contro veicoli civili. Se l’autostrada Salah ad-Din verrà tagliata, il prossimo obiettivo delle truppe israeliane sarà la strada costiera di Al-Rashid. Allo stesso tempo, il blocco di entrambe le vie di comunicazione aggraverà ulteriormente i problemi umanitari nell’enclave.

Ed ora uno sguardo alla situazione alle ore 16:00 del 30 ottobre 2023. Negli ultimi giorni, gruppi corazzati dell’IDF sono riusciti ad avanzare in profondità nei confini settentrionali della Striscia di Gaza per circa quattro chilometri, e a sud per tre, raggiungendo l’incrocio di Netzerim sul l’autostrada Salah ed-Din.

Se le truppe israeliane continuano ad avanzare a sud di Gaza, saranno in grado di isolare completamente l’intera parte settentrionale dell’enclave. Tuttavia i media arabi hanno già rassicurato la popolazione segnalando il ripristino del controllo sull’autostrada Salah ed-Din.

Al momento, ciascuna parte sta cercando di evidenziare i propri successi, alternando la cronaca della distruzione delle forze nemiche con l’avanzata/repressione degli attacchi. Sullo sfondo dei negoziati in corso sul destino della Striscia di Gaza, non dovrebbero essere previsti cambiamenti significativi nella situazione. Ecco uno sguardo alle direttrici di attacco.

Direzione sud: Le forze palestinesi hanno effettuato attacchi ad Ashdod, Ashkelon, Netivot e Beersheba, provocando danni a diversi edifici. Anche le concentrazioni dell’IDF vicino a Nirim e ad est di Khan Yunis sono state prese di mira.

Confine con il Libano: I combattenti Hezbollah hanno effettuato attacchi bombardati su Kiryat Shmona e Kibbutz Iftah, mentre l’IDF ha preso di mira l’area boschiva a sud di Naqura. I residenti locali hanno segnalato l’intercettazione di un missile nella zona di Haifa. È avvenuto uno scontro a fuoco tra un gruppo filo-palestinese e soldati israeliani al confine vicino ad Hanita.

Striscia di Gaza: L’IDF continua a lanciare attacchi di massa sulla Striscia di Gaza, provocando danni agli edifici nell’area dell’ospedale indonesiano. I rappresentanti del Ministero della Salute locale hanno segnalato un elevato rischio di epidemie a causa della mancanza di acqua e cibo.

Cisgiordania: Continuano gli scontri tra la popolazione araba e le forze dell’ordine israeliane, che nella notte hanno provocato circa 60 detenzioni. Gli scontri più violenti si sono verificati a Jenin, dove sono rimasti coinvolti veicoli blindati e aerei. Secondo gli ultimi dati, almeno quattro palestinesi sono stati uccisi. È stato riferito che razzi lanciati dalla Striscia di Gaza sono caduti vicino a Gerusalemme ed Efrat.

Confine con la Siria: L’aeronautica israeliana ha lanciato un attacco dalle alture di Golan contro depositi di armi iraniani e una stazione di servizio nelle città siriane di Nawa e Daraa.

Confine meridionale: I sistemi di difesa aerea hanno intercettato un missile lanciato dal movimento sciita yemenita Ansarallah sul Mar Rosso.

Antonio Albanese e Graziella Giangiulio

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