
Un alto ufficiale dell’esercito israeliano ha dichiarato al sito web israeliano Walla: “Hamas si sta preparando a uno scenario di espansione della guerra, qualora l’esercito israeliano decidesse di farlo”. “Le fazioni della resistenza dispongono di decine di migliaia di combattenti, centinaia di missili a lungo raggio e migliaia di missili a corto raggio”.
Secondo Walla, Hamas si sta impegnando a riabilitare le proprie infrastrutture militari per produrre equipaggiamento da combattimento, come missili anticarro e ordigni esplosivi, ricostruiti utilizzando materiali esplosivi ricavati da bombe inesplose dell’Aeronautica Militare israeliana.
Molte cellule di Hamas sono posizionate all’interno di tunnel destinati ad alloggi e supporto logistico, nell’ambito dei preparativi per un’incursione terrestre in nuove aree. Hamas ha installato migliaia di telecamere di sorveglianza in superficie, alcune delle quali sono telecamere posteriori di veicoli collegate a schermi di sorveglianza controllati a distanza. Queste telecamere trasmettono in diretta alle sale operative con l’obiettivo di controllare il campo di battaglia e sorprendere le forze armate israeliane.
Nella sola giornata del 30 maggio le Saraya al-Quds hanno rivendicato due operazioni contro le forze israeliane a Gaza. Saraya al-Quds, braccio armato del movimento palestinese della Jihad Islamica, ha annunciato venerdì di aver condotto due operazioni, una delle quali condotta congiuntamente con le Brigate Izz ad-Din al-Qassam (braccio armato del Movimento di Resistenza Islamico, Hamas), contro le forze israeliane nella Striscia di Gaza.
Tra il 19 e il 29 maggio sono stati almeno due gli attacchi rivendicati da Hamas compiuti con il riutilizzo di materiale inesploso israeliano reperito nella striscia di Gaza. Nonostante i 600 giorni di guerra a Gaza e il blocco degli aiuti, Hamas non ha smesso mai di costruire ordigni esplosivi che vengono usati spesso contro pattuglie appiedate Israeliane che stanno combattendo a Gaza.
Non solo Hamas ha ancora la capacità di chiamare in piazza in tutto il mondo il suo popolo, in un comunicato del 30 maggio delle Qassam si lggeva: “Che i prossimi giorni (venerdì e sabato 30 e 31 maggio, e domenica 1° giugno) siano giorni di rabbia globale, caratterizzati da manifestazioni, marce e sit-in di massa in città e piazze di tutto il mondo. Le voci si alzeranno a gran voce per condannare e respingere i crimini, il genocidio e la fame a cui è sottoposto il nostro popolo, e per sostenere e solidarizzare con la Striscia di Gaza, Gerusalemme e la benedetta Moschea di Al-Aqsa.”
Antonio Albanese e Graziella Giangiulio
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