#ISRAELHAMASWAR. Brigate al Qassam: “Abbiamo il Generale Assaf Hamami”. Scontri e imboscate nella zona est di Rafah tra milizie e esercito israeliano

57

Secondo i media occidentali la decisione della Corte penale internazionale si esprimerà sulle richieste di condanna su Israele e la guerra nella Striscia di Gaza, oggi. 

Benjamin Netanyahu ha rifiutato il riconoscimento dello Stato palestinese da parte di Irlanda, Spagna e Norvegia. Secondo Netanyahu, un simile passo rappresenterebbe solo una “ricompensa per il terrorismo” per i radicali palestinesi. Israele, ha sottolineato, “non permetterebbe la creazione di un simile stato accanto a sé”. 

Il presidente degli Stati Uniti Joe Biden si oppone al riconoscimento unilaterale della Palestina da parte di altri paesi, ha detto un portavoce del Consiglio di sicurezza nazionale (NSC) della Casa Bianca. “Il presidente sostiene fortemente la soluzione dei due Stati, e lo ha fatto per tutta la sua carriera”, ha detto il dipendente alla CNN. “Egli ritiene che uno Stato palestinese dovrebbe essere creato attraverso negoziati diretti tra le parti, e non attraverso il riconoscimento unilaterale”, ha osservato il rappresentante dell’NSC.

La Colombia in merito allo stato Palestinese ha fatto sapere che aprirà un’ambasciata a Ramallah, in Palestina.

Il Ministero degli Esteri tedesco: “Uno Stato palestinese indipendente è un obiettivo importante della politica estera tedesca, ma una soluzione a due Stati è impossibile senza un vero dialogo”. 

Un rappresentante del governo tedesco ha chiarito che se verrà emesso un mandato di arresto internazionale contro il primo Ministro israeliano Netanyahu, la Germania sarà obbligata ad arrestarlo. “Secondo la legge, la Germania sostiene la Corte e rimarrà tale”, ha detto il portavoce Stefan Hebstreit. Ha rifiutato di rispondere alla domanda di un giornalista se la Germania accetterebbe la richiesta di Israele ai paesi di astenersi dall’eseguire il mandato di arresto. 

Secondo un articolo di Der Spiegel, la Germania non potrà ignorare il mandato se verrà emesso a causa del suo impegno davanti al tribunale, ma d’altro canto vedono lo scenario dell’arresto del primo Ministro israeliano come un “questione particolarmente delicata” nel contesto della memoria dell’Olocausto.

I coloni continuano a manifestare a Tel Aviv per chiedere un accordo sullo scambio di prigionieri con la resistenza palestinese. Il giornale Yedioth Ahronoth ha scritto che “il programma di aiuti immediati che mira a fornire una risposta di emergenza a decine di migliaia di sfollati nel nord sarà nuovamente rinviato dopo che l’Ufficio del primo Ministro non è riuscito a raggiungere una decisione concordata e professionale che soddisfi le esigenze delle popolazioni comunità e residenti sfollati”.

Account locali a Gaza lamentano che il molo galleggiante costruito dal Pentagono a Gaza ha cominciato ad essere utilizzato per spedire attrezzature militari in Israele.

Il presidente turco Tayyip Erdogan ha avvertito che il mondo dovrà affrontare nuovi conflitti se l’aggressione di Israele nella Striscia di Gaza non verrà fermata. Lo ha affermato parlando ad Ankara. “Finché le potenze occidentali sostengono il primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu, il massacro in Palestina non può essere fermato. Dico apertamente che il nostro mondo dovrà affrontare nuovi conflitti se l’espansionismo sionista a Gaza continua”, ha detto Erdogan.

L’IDF ha riconosciuto la morte di tre soldati nel nord della Striscia di Gaza. Questo è un capitano e due sergenti. Le Brigate Al-Qassam rivelano: “Abbiamo catturato il Generale Assaf Hamami, comandante della Brigata Sud nella Divisione di Gaza, il 7 ottobre”. Il generale sarebbe ferito.

A latere dei funerali di stato per la morte del presidente Raisi e del ministro per gli Affari esteri Abdollahian c’è stato un incontro tra i leader dell’asse della resistenza nella capitale, Teheran, che comprendeva il comandante della Guardia rivoluzionaria, il maggiore generale Hossein Salami, e il comandante della forza Quds, il generale Ismail Qani. Al meeting hanno preso parte: il Vice segretario generale di Hezbollah. Il Portavoce di Ansarallah e il Capo politico di Hamas. In un post della rete Hamas: “È stata esaminata l’ultima situazione a Gaza e dell’operazione dell’alluvione di Al-Aqsa ed è stata sottolineata la continuazione della lotta fino alla completa vittoria della resistenza palestinese a Gaza con la partecipazione di tutti i gruppi e fronti della resistenza nella regione”. Altra fonte riporta che tra i presenti c’erano: “Hamas, Jihad islamica, Fronte popolare per la liberazione della Palestina, Hezbullah, Ansarullah e le forze della resistenza irachena”.

Gli Stati Uniti hanno ammesso che gli Houthi dallo Yemen possono usare armi che raggiungerebbero il Mar Mediterraneo. A dirlo a Bloomberg, un alto funzionario della Difesa statunitense: “Il governo degli Stati Uniti è preoccupato che gli Houthi abbiano la capacità di espandere la portata degli attacchi sulle spedizioni marittime oltre il Mar Rosso e il Golfo di Aden fino al Mar Mediterraneo”. “Gli Houthi dispongono di armi avanzate e il loro dispiegamento di missili balistici antinave non ha precedenti nel mondo”. 

L’amministratore delegato della compagnia di navigazione israeliana “Zim”, in risposta alla domanda su quanto tempo le navi continueranno a circolare intorno al Sud Africa ha dichiarato: “Non chiedetelo a noi, ma chiedetelo agli Houthi”

Nella giornata del 23 maggio l’autorità marittima britannica: nave mercantile segnala un proiettile nell’acqua Si trova a circa 33 miglia nautiche a sud di Mokha nello Yemen. Alle 16:00 il leader del movimento Ansar Allah, Abdul Malik Badr al-Din al-Houthi ha tenuto un discorso in cui invita i cittadini a scendere nelle piazze e a manifestare in favore dei cittadini di Gaza. 

E poi ha aggiunto: “Abbiamo effettuato 8 operazioni con 15 missili e droni nel Bahrein Rosso e Arabo, nel Golfo di Aden e nell’Oceano Indiano. Una delle nostre operazioni militari questa settimana è stata effettuata verso il Mar Mediterraneo. Il numero delle navi prese di mira finora ammonta a 119 navi legate al nemico israeliano, americano e britannico. Durante questa settimana, due aerei americani 9MQ sono stati abbattuti nello spazio aereo dei governatorati di Marib e Al Bayda. L’aereo MQ9 è uno dei più importanti aerei da ricognizione armati americani e abbatterlo è considerato un risultato importante per la difesa aerea.”

Ed ora uno sguardo alla guerra di attrito tra Israele e Hamas aggiornata alle ore 16:00 del 23 maggio

Sirene in azione in Israele nord un UAV esplosivo è passato dal Libano al nord di Israele ed è caduto nell’area di Beit Hillel. Non sono stati segnalati feriti o danni. Gli aerei da combattimento dell’IDF hanno colpito due lanciatori Hezbollah e infrastrutture terroristiche nelle aree di Marwahin, Ayta ash Shab e Rab El Thalathine nel sud del Libano.

Sirene udite a Metulla. Le brigate Al-Quds hanno rivendicato insieme alle forze del martire Omar Al-Qasim, attacco contro la città Ashkelon e la base militare “Zikim” con uno sbarramento missilistico. La resistenza Islamica in Libano rivendicano attacco contro il sito di Al-Samaqa sulle colline libanesi di Kfar Shuba e il sito di Al-Baghdadi con armi missilistiche. Colpita anche la colonia di Kfar Giladi. Sempre la resistenza islamica ha rivendicato attacco contro un gruppo di soldati israeliani sulla collina di Al-Tayhat con armi missilistiche. Usati droni contro le postazioni di artiglieria del 403° battaglione a sud di Beit Hilal. 

Secondo i media israeliani: “Diversi incendi sono scoppiati a causa dei missili lanciati dal Libano verso l’Alta Galilea”. La resistenza rivendica attacco a Haifa. La Resistenza Islamica in Libano affermati aver bombardato il quartier generale della 91a Divisione nella base di Illit con dozzine di razzi Katyusha.

Colpito anche Israele sud. La Resistenza Irachena effettua nuovi attacchi con droni al porto occupato di Eilat. Le sirene nella notte del 22 maggio sono state udite a Eilat e nel Kibbutz Eilot. Per possibile infiltrazione di droni. In risposta Israele ha compiuto un raid all’ingresso della città di Mansouri, nel sud del Libano.

A Gaza nord le IDF affermano che le operazioni sono continuate e continuano in tutta la Striscia di Gaza, le truppe dell’IDF hanno condotto un raid mirato nell’area di Beit Hanoun.

Negli ultimi giorni, le truppe dell’IDF hanno iniziato a condurre un raid mirato nell’area di Beit Hanoun, nel nord-est di Gaza, per eliminare uomini di Hamas e localizzare e colpire le infrastrutture utilizzate dal gruppo, sotto e sopra il suolo.

Le Brigate Al-Quds hanno rivendicato bombardamento contro una postazione di manutenzione di veicoli israeliani a est del Governatorato Centrale con una salva di missili Tipo 107. Gli aerei israeliani hanno aperto il fuoco su Al-Rashid Street, di fronte ai campi di Al-Nuseirat e Al-Zahraa nel centro della Striscia di Gaza.

Le Brigate Al-Qassam rivendicano attacco contro un nave da trasporto truppe israeliane con un proiettile “Tandum” nelle vicinanze della Porta Salah al-Din, a sud-est della città di Rafah, a sud della Striscia di Gaza.

Le Qassam hanno inoltre rivendicato una imboscata ai danni di militari israeliani nel comunicato parlano di 10 militari. Quando sono arrivati i soccorsi le Qassama avrebbero fatto esplodere uno “shawaz” uccidendo e ferendo membri delle due forze vicino alla scuola agricola a nord di Beit, a nord della Striscia di Gaza. Non si hanno riscontri da parte dell’IDF. Sempre le milizie ma le al Quds affermano di aver intercettato un drone israeliano e di averlo sotto il loro controllo. 

Le Brigate Al-Nasser Salah al-Din rivendicano utilizzo di IED nei pressi della stazione di polizia del campo di Jabalya, a questa operazione hanno fatto seguito scontri tra milizie e soldati israeliani. 

Le IDF in un comunicato hanno affermato che le truppe IDF continuano le attività operative nelle aree di Rafah, Jabaliya e nel centro di Gaza. Attacchi israeliani registrati in diversi siti a Rafah, a sud della Striscia di Gaza. In risposta le al-Qassam hanno preso di mira veicoli israeliani nell’asse Taqaddam nel quartiere del Brasile e alla Porta Salah al-Din, a sud della città di Rafah, a sud della Striscia di Gaza. Nella giornata del 23 maggio la scena al fronte non è cambiata continuano gli scontri tra milizie e militari israeliani a Rafah: le brigate Al-Quds sostengono di aver bombardato con una raffica di colpi di mortaio calibro 60 le concentrazioni militari e i veicoli che penetravano a sud-est di Rafah.

In Cisgiordania l’esercito israeliano si ritira dal campo di Jenin dopo un assalto militare durato due giorni.

Antonio Albanese e Graziella Giangiulio

Per la versione inglese dell’articolo, cliccare qui – To read the english version, click here
Segui i nostri aggiornamenti su Spigolature geopolitiche: https://t.me/agc_NW e sul nostro blog Le Spigolature di AGCNEWS: https://spigolatureagcnews.blogspot.com/