#ISRAELEHAMASWAR. Nessuno scambio di prigionieri. Quarto giorno di scontri a Jenin, Donne israeliane in prima linea

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Secondo fonti della CNN: Israele annulla il viaggio del capo del Mossad in Qatar per negoziare un nuovo accordo con i detenuti. Mentre il 13 dicembre il Qatar ha espulso tre leader di Hamas perché su di loro c’è una taglia di Israele: i tre sarebbero stati mandati in Algeria. 

Secondo l’israeliano Channel 13: Gallant e Netanyahu ritengono che si dovrebbe aspettare qualche indicazione da parte di Hamas sul suo interesse per un accordo di scambio, cosa che non è avvenuta. Hamas e Jihad Islamica chiedono un cessate il fuoco completo per il rilascio dei prigionieri. 

L’esercito israeliano ha distribuito volantini nella Striscia di Gaza, promettendo grandi ricompense in denaro a chiunque avesse fornito informazioni su dove si trovassero gli alti funzionari di Hamas.

Sempre dal lato israeliano si apprende che è stato richiamato il battaglione femminile per “compiti speciali” nella Striscia di Gaza. Il Caracal è stato chiamato per una “operazione segreta speciale” nella Striscia di Gaza, hanno riferito i media.

Il giornale ha citato il comandante del battaglione, maggiore Shira, secondo la quuale la sua squadra era stata chiamata a svolgere missioni speciali “segrete” nella Striscia di Gaza per sostenere le forze dell’esercito israeliano nella Striscia. Non si hanno maggiori dettagli. Il maggiore Shira ha spiegato che il battaglione si è unito alle forze di terra e alle forze speciali nel profondo della Striscia di Gaza.

Il ministro degli Esteri israeliano Cohen ha detto che la guerra di Gaza contro Hamas continuerà “con o senza il sostegno internazionale”.

l senatore Usa Bernie Sanders in un discorso al presidente degli Stati Uniti ha detto: “Israele ha il diritto di entrare in guerra contro Hamas, ma non contro i civili innocenti a Gaza. Il bombardamento israeliano di Gaza viene effettuato con bombe americane, il che ci rende complici di questo massacro. L’attuale approccio israeliano nella guerra a Gaza è contrario al diritto internazionale” E ha chiosato affermando: “Sarebbe inappropriato fornire 10 miliardi di dollari in aiuti militari al governo Netanyahu”

Il Dipartimento di Stato americano ha fatto sapere che l’esercito israeliano si trova di fronte ad organizzazioni con grandi capacità militari.

Secondo Haaretz vi sarebbe preoccupazione israeliana per il fatto che il Consigliere per la Sicurezza Nazionale degli Stati Uniti abbia proposto una scadenza durante la sua visita per porre fine all’operazione militare. Un funzionario americano ha dichiarato: “Verremo in Israele per assicurarci che Netanyahu non utilizzi il prolungamento della guerra a suo vantaggio politico”

A fare da eco a queste parole quelle del leader dell’opposizione israeliana Lapid: “Netanyahu non può continuare a guidare il paese perché è troppo pericoloso”. 

Ad aumentare le preoccupazioni le parole di un leader di Fatah, Abbas Zaki che ha dichiarato ad al Al Jazeera: “Abbiamo una decisione: non esiste uno Stato a Gaza e nessuno Stato senza Gaza. Israele è diventato un peso per il presidente americano. Washington è in grande imbarazzo dopo il deterioramento della situazione nel Mar Rosso”

Gli Houthi sono riusciti a ottenere un successo strategico: la Marina israeliana è stata infatti costretta a trasferire una corvetta Sa’ar 6 dal gruppo che bloccava Gaza nel Mar Rosso. Il British Maritime Trade Centre ha riferito dell’incidente nello stretto di Bab al-Mandab, a circa 50 miglia nautiche dal porto di Hodeidah, controllato dagli Houthi. Un nuovo incidente marittimo avvenuto questa volta al largo delle coste dell’Oman. Secondo il British Maritime Trade Centre nello stretto di Bab al-Mandab la petroliera Ardmore Encounter è stata avvicinata da una barca che trasportava tre persone e l’equipaggio della petroliera ha aperto il fuoco. Gli Houthi le hanno quindi ordinato di cambiare rotta, dopodiché il suo equipaggio ha registrato un’esplosione a circa 200 metri dalla nave.

Israele continua la sua fase di arresti in Cisgiordania, ha arrestato 17 persone provenienti da diverse località della West Bank, portando il numero totale dei detenuti dal 7 ottobre a oltre 4.400.E ancora si apprende da Channel 12: “I leader dei coloni si stanno preparando a tenere un incontro preliminare la prossima settimana per avviare i preparativi per l’insediamento nella Striscia di Gaza”. 

Ed ora uno sguardo al conflitto israelo-palestinese alle 15:00 del 14 dicembre.

La lenta offensiva dell’IDF continua nel nord della Striscia di Gaza. Gli israeliani hanno occupato e distrutto un cimitero e una scuola nella zona di Al-Fallujah, e sono in corso combattimenti a Jabaliya e Beit Lahia.

A Khan Yunis la situazione non è cambiata: i palestinesi sparano contro le concentrazioni di attrezzature israeliane sulla Quinta Strada e nella zona della moschea Az-Zilal.

Vengono effettuati attacchi aerei in tutta la Striscia di Gaza e il clima sta peggiorando la situazione per i civili. Alcuni campi profughi sono stati parzialmente o completamente allagati dopo forti piogge e la fornitura di cibo e carburante è stata interrotta.

La situazione al confine libanese continua a non cambiare. Hezbollah attacca basi militari e posti di frontiera, l’IDF risponde con l’artiglieria nei siti di lancio dei missili e utilizza attivamente gli UAV. A Yarun, due civili sono stati uccisi e un altro è rimasto ferito in un attacco di droni.

L’aviazione israeliana è attiva nel nord dell’enclave. I bulldozer dell’IDF stanno rimuovendo i detriti e distruggendo un cimitero locale. Sebbene non vi siano progressi nel settore settentrionale, pesanti combattimenti sono in corso nell’area dell’ospedale Kamal Adwan. Gli israeliani stanno portando rinforzi e distruggendo metodicamente le infrastrutture di Hamas.

Le cose sono diverse nella parte meridionale dell’enclave, con fonti palestinesi che riferiscono di sortite dell’IDF nei quartieri di Al Zahra e Al Mughraqa. Gli israeliani sono attivi anche nella zona di Juhor ad Dik. I palestinesi rispondono con colpi di mortaio e razzi.

Le IDF stanno avanzando costantemente anche nei quartieri di Khan Yunis. Nel nord-ovest, sono scoppiati scontri in via Al-Dahra, vicino a uno stadio. Le fazioni palestinesi stanno cercando di rallentare l’avanzata israeliana con contrattacchi e colpi di mortaio.

L’IDF è avanzato anche nel sud di Khan Yunis. Viene segnalata una concentrazione di forze israeliane vicino alla moschea Al-Zilal e carri armati dell’IDF vengono avvistati vicino alla moschea indonesiana. La città stessa è stata sistematicamente bombardata e bombardata.

Gli scontri con i manifestanti palestinesi si sono intensificati in Cisgiordania. Le forze di sicurezza israeliane hanno arrestato i manifestanti in massa. Più di 800 palestinesi sono stati detenuti a Jenin a seguito delle proteste armate. Ci sono morti e feriti da entrambe le parti.

L’IDF e Hezbollah continuano a scambiarsi attacchi lungo l’intero confine libanese. Hezbollah attacca i posti di frontiera con missili anticarro e mortai. L’IDF a sua volta lancia attacchi aerei e di artiglieria su presunti siti di lancio di razzi Hezbollah.

Terzo giorno di attacchi israeliani a Jenin Sarebbero 1300 i militari coinvolti. L’operazione continuerà, forse più a lungo dell’Operazione House and Garden, e quindi sarà l’operazione più grande e più lunga dalla seconda Intifada palestinese

Hezbollah nella tarda serata del 13 dicembre ha rivendicato i seguenti attacchi: “Sito militare Malkia con razzo Burkan alle 13:45; Sito militare Ramia alle 13:50; Caserma Shumera ore 14.00; Base navale di Naqouta alle 14:12; Area gruppo soldati vicino alla base militare di Duhayra alle 15:30; Sito militare di Al-Manara alle 15:30”. 

Il Maggiore Keren Hajioff, dopo la dichiarazione del contrammiraglio Hagari, ha spiegato l’attuale tattica israeliana in campo: «Dopo che Hamas ha violato la pausa umanitaria il 1° dicembre, siamo entrati in una nuova fase della nostra guerra contro Hamas». «A Shejaiya, Khan Yunis, Rimal e Jabalya, le nostre truppe hanno trovato grandi depositi di armi e tunnel in diverse scuole. […] Il nocciolo della questione è che Hamas ha trascorso gli ultimi 16 anni radicandosi all’interno e sotto le aree civili di Gaza. Questa è la logica della strategia disumana di Hamas. Attaccando i civili alle spalle, Hamas cerca di ostacolare gli sforzi dell’IDF per distinguere tra civili e terroristi».

«Tuttavia, la complessità del campo di battaglia non ci dissuaderà dai nostri sforzi in tal senso. In qualità di esercito impegnato nel rispetto del diritto internazionale e di un codice di condotta morale, stiamo dedicando vaste risorse per ridurre al minimo i danni ai civili che Hamas ha costretto a ricoprire il ruolo di scudi umani», ha aggiunto.

«La nostra guerra è contro Hamas, non contro il popolo di Gaza. È difficile rimanere indifferenti di fronte alla perdita di vite innocenti – israeliane o palestinesi. […] Ma le azioni parlano più delle parole. Ecco perché ieri abbiamo aperto per l’ispezione anche il terminal di Kerem Shalom, per aumentare il flusso di aiuti umanitari a Gaza. Questo si aggiunge ai nostri sforzi già esistenti, che hanno già visto oltre 4.000 camion di aiuti – trasportando 70.000 tonnellate di cibo, acqua, medicine, attrezzature mediche e ripari entrare a Gaza dall’inizio di questa guerra», ha detto Hajioff.

Antonio Albanese e Graziella Giangiulio

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