IRAQ. Moqtada al Sadr abbandona la retorica anti USA: non vuole favorire Teheran

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Moqtada Al Sadr, leader sciita iracheno, ago della bilancia della politica irachena negli ultimi 15 anni, si sta “tirando indietro” dalla sua richiesta di una marcia di un milione di persone contro la presenza delle truppe Usa in Iraq. È una significativa inversione di tendenza politica, dopo le critiche mosse alla sua fazione sciita, il fatto che la marcia servirebbe l’Iran e minerebbe gli oramai tre mesi di rivolta da lui appoggiati.

Al Sadr ha annunciato la marcia prevista dopo una visita in Iran, dicendo che era volta a «condannare pacificamente la presenza americana e le sue violazioni in Iraq». In una dichiarazione uscita il 16 gennaio, però, Al Sadr ha attenuato il suo linguaggio sull’aspetto anti-americano della marcia. Ha detto che la manifestazione, di cui non ha specificato la data, sarebbe stata contro «la corruzione e l’occupazione», senza specificare gli Usa, riporta The National.

Rivolgendosi al movimento di protesta, Al Sadr ha detto in una dichiarazione: «Andate contro la corruzione, siamo con voi. Non ci può essere patria sotto occupazione, non ci può essere sovranità con la corruzione e non ci può essere libertà con la militanza».

Il riferimento alla militanza sembrava essere diretto ai suoi omologhi delle milizie sciite, alcuni dei quali, secondo Al Sadr, erano militanti intenti a minare l’Iraq attaccando le forze statunitensi per vendicarsi di Suleimani. Al Sadr ha anche respinto le accuse secondo cui i manifestanti stavano «servendo un interesse esterno», un apparente accusa all’Iran e a molti filoiraniani iracheni che hanno descritto il movimento di protesta come un complotto statunitense e israeliano. Anche la più alta autorità sciita irachena, l’ayatollah Ali Al Sistani, ha manifestato il suo disappunto per la marcia. 

Chi invece soffia sul fuoco della rivoltanti Usa è ad esempio Asa’ib Ahl al-Haq, parte delle Hashd al-Sha’abi (Pmu), secondo cui i suoi membri sono pronti a infliggere pesanti perdite alle truppe americane se Washington si rifiutasse di rispettare il voto parlamentare che chiede il ritiro di tutte le forze militari straniere guidate dagli Stati Uniti dal Paese arabo, riporta PressTv.

«I gruppi della resistenza sono pronti a infliggere una grande sconfitta alle forze americane se andranno contro la volontà del governo e del popolo iracheno (…) Penso che gli Stati Uniti abbiano paura del confronto diretto con i gruppi di resistenza, perché hanno un’amara esperienza del faccia a faccia con loro», ha detto giovedì Mahmoud al-Rubaye, membro dell’ala politica di Asa’ib Ahl al-Haq, a Rt Arabic.

Rubaye ha sottolineato che i gruppi di resistenza iracheni anti-americani sono ora molto più sviluppati e pronti rispetto al periodo precedente al 2011.

Graziella Giangiulio