Il Kurdistan iracheno continua a vendere petrolio

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IRAQ – Baghdad 24/07/2015. La Commissione petrolio e energia del Parlamento iracheno ha annunciato che il governo regionale del Kurdistan sta ancora vendendo petrolio senza avvertire il governo federale, nonostante i tentativi fatti da quest’ultimo per risolvere la crisi.

Zaher al-Abadi , parlamentare membro della commissione, ha detto all’Iraqi Media Network (Imn), che: «La regione autonoma continua a vendere petrolio senza autorizzazione del governo federale, una chiara violazione dell’accordo vincolante con il governo federale di Baghdad e con la Costituzione irachena». Abadi ha poi detto che «il governo federale ha cercato con ogni mezzo il proseguimento dell’accordo petrolifero (…) ma le proteste e la prosecuzione della vendita dal parte del Krg faranno rompere l’accordo e Baghdad andrà contro le aziende straniere che acquistano quel petrolio, venduto senza l’approvazione del governo federale». L’esportazione portiera dal Kurdistan arriva a 550mila barili di petrolio al giorno dai campi di Kirkuk e dagli altri campi lungo l’oleodotto della provincia e il 17 per cento di esso spetta al governo curdo, ma i funzionari curdi dicono che Baghdad ha inviato pagamenti per una quota inferiore. Il ministero delle Risorse naturali nel territorio del nord dell’Iraq all’inizio di luglio ha venduto circa 13 milioni di barili di petrolio senza autorizzazione del governo federale: La regione ha prodotto lo scorso mese 17.000.130 barili, di cui 12.000.740 provenienti da aree della regione, e 4.000.390 di barili dalla provincia di Kirkuk; questo petrolio è stato registrato a nome della Iraqi National Oil Company (4.000.493 mila barili), attraverso il porto turco di Ceyhan, e poi venduto, mentre il governo del Territorio curdo continua a ignorare gli accordi».