INTELLIGENCE. Il caso Groenlandia è il mutamento nello spionaggio globale

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Il ministro degli Esteri danese Lars Løkke Rasmussen nella conferenza stampa del 7 maggio scorso, ha annunciato che avrebbe convocato il capo ad interim dell’ambasciata statunitense a Copenaghen, Jennifer Hall Godfrey, in merito alle accuse, fortemente incriminate, secondo cui Washington avrebbe ordinato alle sue agenzie di intelligence di intensificare lo spionaggio in Groenlandia e a Copenaghen.

Secondo il Wall Street Journal, agli agenti dell’intelligence statunitense è stato chiesto di raccogliere informazioni su politici, attivisti indipendentisti e interessi minerari della Groenlandia, che potrebbero essere sfruttate per un potenziale acquisto o trasferimento forzato della Groenlandia agli Stati Uniti, riporta The Conversation.

La Groenlandia è il territorio danese semi-autonomo che Donald Trump ha dichiarato di voler far entrare a far parte degli Stati Uniti. Il Dipartimento di Stato americano si è rifiutato di commentare le accuse e il direttore dell’intelligence nazionale, Tulsi Gabbard, ha dichiarato di voler avviare un’indagine sulla fuga di notizie di informazioni riservate. Sembra che una grande e potente nazione stia facendo tutto il possibile per indebolire un alleato e membro della NATO, ed è per questo che i danesi sono così offesi. 

Gli USA hanno perso parte del loro fascino. La storia è arrivata in un momento di relazioni sempre più gelide tra Danimarca e Stati Uniti, aggravate dalla visita del vicepresidente statunitense J.D. Vance, non avvenuta attraverso i canali diplomatici.

Episodi come quello della Groenlandia fanno luce su come l’ordine mondiale si stia rimodellando: l’intelligence basata sulla tecnologia gioca un ruolo significativo, e i governi che si credevano alleati stanno rapidamente scoprendo di poter essere avversari.

Non è ancora chiaro cosa accadrà nel caso della Groenlandia, soprattutto considerando che l’amministrazione Trump si è dimostrata particolarmente immune da contestazioni pubbliche, mediatiche e politiche. La sfida più efficace alle attività ostili contro la Groenlandia potrebbe essere rappresentata da eventuali ripercussioni sul sentiment del mercato azionario internazionale, mentre quello politico puro sembra già compromesso.

La mancanza di controllo sul potere degli Stati Uniti potrebbe indurre le nazioni a fare maggiore affidamento sulle proprie capacità di intelligence. L’intelligence potrebbe, come ambito politico, iniziare a rispecchiare quella dei dazi e del commercio, consentendo agli Stati Uniti di creare ulteriore incertezza tra le altre nazioni sui propri obiettivi di politica estera.

Altro fattore dell’intelligence contemporanea è che le nazioni possono ora spiarsi a vicenda molto più facilmente. Le capacità tecniche stanno diventando sempre più economiche e facili da utilizzare: intercettazioni delle comunicazioni, immagini satellitari e metodi di spionaggio basati sull’analisi dei dati open source sono più economici che mai. 

Questi approcci offrono una maggiore comprensione, anche ma non sopratutto, grazie allo sviluppo dell’analisi automatica e alla disponibilità immediata di potenza di calcolo e di archiviazione dei dati. Quindi, gli alleati continueranno a spiare gli alleati perché ne sono in grado. Questa capacità genera la necessità, anche in tempo di pace, di sapere cosa pensano e fanno gli altri leader nazionali e il loro pubblico: si apre l’agone della guerra cognitiva.

Vivendo in un momento geopolitico particolarmente instabile, capire dove potrebbero scoppiare i conflitti, perché e con quale forza e conseguenze è essenziale per la strategia difensiva di qualsiasi nazione; solo grazie a questa conoscenza, le nazioni sanno quali equipaggiamenti acquistare, quali risorse accumulare e quante persone impiegare nelle proprie forze armate. 

In questo contesto, l’intelligence consiste tanto nell’evitare la sorpresa quanto nel creare le circostanze per sorprendere gli altri. In questo senso, l’intelligence è solo un altro strumento dell’arte di governare.

Alleati e Alleanze sono sempre più inaffidabili, in contesto mutevole; le recenti rivelazioni sono solo una parte di questo quadro in continua evoluzione.

Luigi Medici 

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