INDIA. Nuova Delhi è irritata per l’uso dello yuan nel commercio del petrolio russo

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Il pagamento di almeno sette spedizioni di petrolio russo è stato ritardato a causa della riluttanza del governo dell’India a lasciare che le raffinerie statali paghino con yuan cinesi.

Ma finora la disputa sull’accordo non ha interrotto le consegne, perché i gruppi energetici russi come Rosneft continuano a rifornire le raffinerie indiane controllate dallo stato finché non trovano modi alternativi per pagare i conti, riporta AF.

L’India è emersa come il principale importatore di petrolio russo trasportato via mare, con le raffinerie che si sono accaparrate il greggio venduto a prezzo scontato dopo le sanzioni europee e statunitensi per l’invasione ucraina.

Ma le raffinerie spesso affrontano problemi nel regolare il commercio petrolifero con Mosca dopo che gli Stati Uniti e l’Unione Europea hanno imposto un tetto massimo di 60 dollari al barile sul petrolio russo, costringendo gli acquirenti a utilizzare alternative come i dirham degli Emirati per i carichi che hanno superato il limite dei prezzi imposti del petrolio.

A luglio le raffinerie indiane hanno iniziato a utilizzare lo yuan per pagare parte del petrolio dai venditori russi, continuando a utilizzare dollari e dirham per saldare la maggior parte dei loro acquisti di petrolio russo.

Ma il governo Modi sarebbe a disagio nell’usare lo yuan per i pagamenti; inoltre, il pagamento per almeno sette carichi è ancora in sospeso. Alcuni pagamenti per i carichi recenti consegnati ad almeno due raffinerie statali sono in sospeso dall’ultima settimana di settembre.

Non è chiaro se il governo abbia effettivamente ordinato alle raffinerie statali di smettere di pagare in yuan, ma la disapprovazione di Nuova Delhi è evidente data la diatriba con Pechino sui confini himalayani.

Le raffinerie indiane acquistano la maggior parte del petrolio russo dai trader, mentre effettuano alcuni acquisti diretti da entità russe.

Il dirham degli Emirati Arabi Uniti è preferito allo yuan a causa del costo. I commercianti sono pronti a concludere accordi in dirham emiratini, ma i venditori russi preferiscono lo yuan.

La Indian Oil Corp, la principale raffineria del paese, impresa statale, ha utilizzato lo yuan e altre valute per pagare il petrolio russo. Anche le altre raffinerie statali, Bharat Petroleum Corp (Bpcl)e Hindustan Petroleum (Hpcl), che fino ad oggi non hanno pagato il petrolio in yuan, sarebbero state invitate dai fornitori russi a pagare utilizzando la valuta cinese.

Il pagamento in yuan aumenterebbe i costi delle società di raffinazione, poiché le rupie devono prima essere convertite in dollari di Hong Kong e poi in yuan, un processo che costa il 2-3% in più rispetto al regolamento in dirham.

Mentre le raffinerie statali indiane preferirebbero utilizzare le rupie per pagare il petrolio russo dopo che la banca centrale del paese l’anno scorso ha annunciato un meccanismo per regolare il commercio estero in rupie, la Russia è meno disposta ad accettare le rupie dato che la bilancia commerciale bilaterale è inclinata a favore di Mosca.

Tuttavia, in India alcune persone vedono l’uso dello yuan come un vantaggio per la Cina, proprio in virtù degli scontri al confine himalayano.

Lucia Giannini

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