INDIA. Giro di vite contro gli estremisti in Kashmir

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Più di 100 separatisti nel Kashmir sono stati arrestati in una serie di raid notturni in questi giorni, ha reso noto la polizia, ha effettuato una serie di operazioni contro i gruppi che potrebbero causare problemi prima delle elezioni nazionali di maggio. 

Questo giro di vite avviene pochi giorni dopo che un attacco suicida con un’autobomba ha ucciso  oltre 40 uomini della sicurezza indiana il 14 febbraio scorso. Il governo indiano ha detto che utilizzerà tutto ciò che è in suo potere per vendicare l’attacco rivendicato da Jaish-e-Mohammed, gruppo terroristico che ha trovato rifugio in Pakistanm riporta Reuters. «Le campagne contro le elezioni non saranno permesse e i separatisti saranno detenuti per garantire elezioni libere, eque e trasparenti», ha fatto sparire la polizia. In precedenza ci sono stati crescenti segnali di tensione scatenati dalla repressione militare nel Kashmir controllato dall’India e dalle minacce del governo contro il Pakistan tanto da creare il panico nella popolazione che si era data all’acquisto di carburante, medicine e cibo.

Si sono registrate code fuori dalle pompe di benzina e i negozi di alimentari erano pieni di gente che accumulava cibo come riso, olio commestibile, legumi, uova. Una direttiva governativa agli ospedali affinché garantissero di avere depositi di farmaci ha scatenato molte delle preoccupazioni: «La gente nella valle, specialmente in città, sta prendendo tutto ciò che è stato detto o fatto come segno che qualche grande problema è proprio dietro l’angolo», ha detto Omar Abdullah, ex primo ministro di Jammu & Kashmir. File si sono registrate anche nell’acquisto di medicine: la gente si è affrettata a comprare farmaci anti-cancro, ipertensione, diabetici ad esempio.

Il Kashmir sarà probabilmente una questione chiave nelle elezioni generali indiane. Ha distolto parte dell’attenzione politico-mediatica al modo in cui il primo Ministro Narendra Modi e il suo partito Bharatiya Janata hanno gestito l’economia, e questioni come i redditi agricoli deboli e la crescita di posti di lavoro per i poveri. Modi aveva promesso una risposta forte all’attacco e il 23 febbraio aveva ribadito la sua intenzione di farla pagare cara ai responsabili, condannando nel contempo le violenze condotte nel resto dell’India contro quanti originari del Kashmir vi operavano. 

Luigi Medici