FILIPPINE. Proteste contro la guerra alla droga

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Imponenti manifestazioni hanno attraversato Manila la scorsa settimana contro la guerra alla droga del governo filippino. Il corteo principale è passato davanti alla sede della polizia nazionale, dove lo scorso anno la polizia ha ucciso un uomo d’affari della Corea del Sud arrestato a seguito delle prime fasi della campagna.

Secondo Efe, i manifestanti hanno chiesto la fine delle “esecuzioni extragiudiziali”, espressione usata dalle organizzazioni non governative per descrivere i più di 7000 decessi attribuiti alla repressione del presidente Rodrigo Duterte contro spacciatori e tossicodipendenti.

La maggior parte dei partecipanti hanno denunciato l’impunità e lo stato di terrore, gli attivisti hanno anche posizionato manichini a terra per simboleggiare tossicodipendenti e spacciatori uccisi durante la campagna.

In diversi cartelli si poteva leggere “Giustizia per Jee Ick-joo” in riferimento all’uomo d’affari della Corea del Sud ucciso nel mese di ottobre, uno episodio che minaccia di scuotere le fondamenta della guerra alla droga di Duterte.

Il 18 ottobre, infatti, diverse persone, tra cui almeno un agente di polizia identificato, hanno prelevato Jee e il suo assistente da casa, nella città di Angeles, a circa 100 chilometri da Manila, con il pretesto di un’operazione anti-droga .

Le vittime sono state poi trasferite al campo Crame, il quartier generale della polizia nazionale filippina, in cui l’assistente è stata liberata, ma l’uomo d’affari è stato strangolato, secondo l’indagine.

La sua vedova, Choi Kyung-jin, ha detto che i rapitori hanno chiesto che pagasse un riscatto, facendole credere che fosse ancora vivo.

Il Senato filippino ha avviato un’indagine sul caso, che ha suscitato una grande quantità di polemiche e viene usato dai critici di Duterte per denunciare il clima d’impunità generato dalla sua campagna anti-droga.

La morte dell’uomo di affari rischia di danneggiare i rapporti tra le Filippine e la Corea del Sud, fonte primaria di investimenti e di turismo per il paese del sud-est asiatico.

Nei giorni scorsi, il ministero degli Esteri della Corea del Sud e l’Agenzia nazionale di polizia hanno sollecitato le autorità di Manila di condurre un’approfondita indagine e di punire i responsabili.

Luigi Medici