LIBRI. Il capolavoro di Marquez compie 50 anni

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Lo scorso venerdì, 27 gennaio, a Cartagena, in Colombia, si sono aperte le celebrazioni per i 50 anni dalla prima pubblicazione del capolavoro di Gabriel Garcia Marquez, Cent’anni di solitudine.

Il XII Hay Festival di Cartagena, la città dei Caraibi in cui l’autore ha lavorato come giornalista in gioventù e che ha ispirato alcuni dei suoi lavori, è stata la cornice per questo tributo riporta l’agenzia Efe.

La tre giorni di celebrazioni, dal titolo “La gioia della lettura di Cent’anni di solitudine”, è stato organizzato dal Hay Festival di Cartagena e dalla Fondazione Gabriel Garcia Marquez per il nuovo giornalismo iberoamericano, Fnpi, con il sostegno del ministero degli Esteri colombiano e della Camera di Commercio di Cartagena.

Pubblicato la prima volta nel giugno del 1967 a Buenos Aires da Suramericana Editorial, il romanzo fu un successo immediato che ha catapultato l’artista di Aracataca, Colombia, alla fama internazionale.

Marquez ha vinto il Premio Nobel per la letteratura nel 1982, in gran parte a causa dell’impatto sulla letteratura mondiale di Cent’anni di solitudine.

Il Fnpi, fondata a Cartagena di Garcia Marquez, morto a Città del Messico, dove aveva vissuto per molti anni, ha detto la storia tentacolare di Macondo (modellato su Aracataca) e il clan Buendia aveva raggiunto più di 30 milioni di persone in 35 lingue oltre nel corso di mezzo secolo.
Cent’anni di solitudine è la storia delle sette generazioni della famiglia Buendía nell’immaginaria cittadina di Macondo, nella Colombia caraibica. Lo stile di questo romanzo, definito in seguito “realismo magico”, racconta un microcosmo arcano e segregato in cui la linea di demarcazione fra vivi e morti non è poi così nitida e ai vivi è dato il dono della chiaroveggenza; il tutto sullo sfondo di un drammatico messaggio di isolamento e arretratezza.

Il romanzo è diviso in capitoli separati da un’interruzione di pagina, che non sono tuttavia numerati né intitolati.

Lucia Giannini