CROAZIA. Stop al flusso di migranti

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Anche la Croazia lamenta la questione migranti. Se nei giorni precedenti si era registrata la reintroduzione dei controlli ai confini da parte della Slovenia, il Premier Andrej Plenkovic ha tenuto a rassicurare sul fatto che Schengen non fosse in pericolo, dato che giudica quelli della Slovenia come azioni di sorveglianza interna sul proprio territorio, così come la stessa Croazia li ha sempre portati avanti. Il passaggio transfrontaliero delle merci non sarebbe a rischio.

Proprio in questi giorni, il Ministro dell’interno, Davor Bozinovic, ha annunciato che Croazia e Slovenia hanno deciso di espandere la cooperazione per contrastare l’aumento di immigrazione illegale, così facendo si permetterà alla polizia dei due Paesi di condurre operazioni congiunte al confine.

Il ministro ha spiegato che alle 450 pattuglie già presenti al confine, si è aggiunta, inoltre, la polizia croata. Il Paese, comunque, ritiene che la pressione migratoria diminuirà appena la Bosnia Erzegovina,  firmerà un accordo di collaborazione con Frontex; proprio su quest’ultima questione, il Ministro dell’interno Bozinovic, ha fatto sapere di ritenere necessario coinvolgere la Commissione europea. Bozinovic ha poi indicato che la risposta alla questione migratoria è possibile trovarla solo a livello europeo.

Anche il Premier Plenkovic è intervenuto in materia alla riunione dei Paesi del Mediterraneo (MED9) alla Valletta, è ha sottolineato la necessità di accentuare la cooperazione con i Paesi di transito. L’immigrazione, secondo il Premier, sta ponendo problemi politici molto seri nei Paesi europei.

Il fatto è che la rotta balcanica è una alternativa alla rotta libica ed è per certi versi meno rischiosa. Superato lo soglio Turchia poi a piedi si procede senza finire nelle tarchine libiche. Resta comunque pericoloso il tragitto per via delle violenze personali per opera a volte delle stesse guardie di frontiera. Si registreranno nei prossimi mesi aumenti significativi di arrivi di curdi dalle zone della Siria, Iraq, Iran minacciati dall’Iran e uccisi da attacchi turchi e ancora in minima parte dall’Afghanistan mentre dalla rotta libica si attendono molti arrivi dal Sudan, dal Niger, Nigeria Mali e Burkina Faso dove sono in corso aspre lotte tra gruppi terroristi o sono in atto cambi di regime per mano militare.

Redazione

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