CITTÀ DEL VATICANO. La Chiesa chiede maggiore rispetto da Pechino

167

Il Vaticano ha lanciato un appello alle autorità cinesi per rendere il processo di registrazione del clero «più rispettoso della dottrina cattolica, e quindi delle coscienze delle persone coinvolte». L’appello arriva nove mesi dopo che la Santa Sede e Pechino hanno raggiunto un accordo che pone fine a tre decenni di divisione in Cina tra una Chiesa cattolica “ufficiale” riconosciuta dal governo e una Chiesa non ufficiale fedele al Vaticano.

In base al patto, riporta Efe, la Cina ha accettato di dare al Papa l’approvazione definitiva sulla nomina dei vescovi, mentre il clero affiliato alla Chiesa non ufficiale sarebbe stato tenuto a registrarsi presso le autorità. I problemi sono sorti, tuttavia, perché, secondo il Vaticano, la maggior parte dei sacerdoti e dei vescovi che cercano di registrarsi sono invitati a firmare un documento in cui si afferma «il principio di indipendenza, autonomia e autoamministrazione della Chiesa in Cina». Alcuni ecclesiastici vedono questa affermazione come un indebolimento dei loro legami con il papa e la chiesa universale.

Pubblicate il 28 giugno, le linee guida pastorali del Vaticano riguardanti la registrazione civile del clero in Cina forniscono istruzioni dettagliate per affrontare il dilemma mentre la Chiesa continua i colloqui con Pechino alla ricerca di «una formula che, pur consentendo la registrazione, rispetti non solo le leggi cinesi, ma anche la dottrina cattolica (…) Se un vescovo o un sacerdote decide di registrarsi civilmente, ma il testo della dichiarazione richiesta per la registrazione non appare rispettoso della fede cattolica, egli specificherà per iscritto, al momento della firma, di agire senza venir meno al suo dovere di rimanere fedele ai principi della dottrina cattolica», dice il testo.

Allo stesso tempo, il Vaticano ha espresso comprensione e rispetto per «la scelta di coloro che, in coscienza, decidono di non potersi registrare alle condizioni attuali», esortando le autorità cinesi a non penalizzare il clero non conforme. La Santa Sede chiede che non si esercitino pressioni intimidatorie nei confronti delle comunità cattoliche «non ufficiali, come, purtroppo, è già accaduto», si legge nel documento.

Dal punto di vista del Vaticano, l’indipendenza della Chiesa cattolica in Cina è «relativa alla sfera politica, come accade ovunque nel mondo (…) Affermare che per l’identità cattolica non ci può essere separazione dal successore di Pietro non significa fare della chiesa locale un corpo estraneo alla società e alla cultura del Paese in cui vive e lavora», ha detto il Vaticano.

Maddalena Ingroia