CILE. Boric: «I Mapuche sono come i Nazisti»

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Il presidente cileno Gabriel Boric Font, durante la sua prima visita da capo di Stato a La Araucanía, ha dichiarato che i gruppi mapuche che compiono attacchi terroristici nella zona sono “vigliacchi” e ha paragonato le loro azioni a quelle dei nazisti negli anni Trenta.

La Coordinadora Arauco Malleco, Cam, il più radicale dei gruppi che chiedono la restituzione dei loro presunti territori ancestrali, ha respinto giovedì scorso la presenza di Boric nella zona.

«Abbiamo iniziato il tour a La Araucanía per rafforzare il lavoro interministeriale sulla base delle priorità del nostro governo nella regione. Con particolare attenzione alle persone e alla loro sicurezza», ha scritto Boric su Twitter da Temuco, 680 chilometri a sud di Santiago. Il viaggio di Boric è stato confermato mercoledì tardi per motivi di sicurezza. Lo stesso giorno sono stati registrati una serie di incendi dolosi contro capanne, una scuola e una chiesa, oltre a blocchi stradali nelle zone rurali.

«Oggi hanno bruciato una scuola appena inaugurata, una chiesa, ci sono stati blocchi stradali che hanno generato interruzioni del traffico. Voglio dire alle persone che stanno dietro a questi attacchi che se pensano che privando i bambini dell’Araucanía rurale dell’istruzione o (…) privandoli dell’accesso all’acqua (…) riusciranno a intimidire me o questo governo, si sbagliano di grosso. Sono dei vigliacchi. E noi li perseguiremo con tutto il peso della legge», ha detto Boric.

«Sapete cosa mi ricorda l’incendio della scuola e della chiesa che abbiamo visto oggi? Mi ricorda quando negli anni ’30 i nazisti bruciavano le sinagoghe, mi ricorda quando nel settembre 1973 la dittatura bruciava i libri in piazza San Borja», ha aggiunto.

Alla domanda se questi atti fossero qualificabili come terrorismo, Boris ha risposto che «non voglio entrare in una polemica semantica su questo, credo che ci faccia molto male. Credo che nella regione ci siano stati atti di natura terroristica».

Il Cam ha rivendicato la responsabilità degli attacchi incendiari e ha emesso un comunicato in cui respinge il primo viaggio del presidente nella zona: «Boric fuori dal Wallmapu (nazione Mapuche, in lingua nativa)», ha avvertito.

L’organizzazione ha sostenuto che il viaggio di Boric serve «gli interessi dell’oligarchia, il potere dei gruppi economici che si confrontano direttamente con la causa mapuche, ogni volta che sotto il suo governo si sono intensificate le strutture di dominazione contro cui abbiamo storicamente combattuto».

Gli attacchi si sono verificati dopo il rinnovo dello stato di emergenza, in vigore da poco più di cinque mesi a La Araucanía e nella vicina regione del Biobío, che consente al Presidente di convocare le Forze Armate in caso di necessità.

Boric è un convinto detrattore dello stato di emergenza e prima di assumere il potere a marzo aveva avvertito che non lo avrebbe usato, ma l’aumento della violenza gli ha fatto cambiare idea. Ha persino ripristinato la militarizzazione dell’area decretata per la prima volta dall’ex presidente conservatore Sebastián Piñera e che il nuovo leader di sinistra aveva revocato al suo insediamento.

«La stragrande maggioranza di coloro che vivono a La Araucanía e l’immensa e schiacciante maggioranza del popolo Mapuche vogliono la pace e noi dialogheremo con loro», ha dichiarato Boric, il cui indice di gradimento si attesta al 25%, secondo un recente sondaggio.

Maddalena Ingrao