BRICS. Dilma Roussef a capo della Nuova Banca di Sviluppo

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Il primo evento della tanto attesa visita del presidente brasiliano Luiz Inácio Lula da Silva in Cina è stata la cerimonia ufficiale di giuramento di Dilma Rousseff come presidente della Nuova Banca di Sviluppo, la “Banca Brics”.

La nomina dell’ex presidente del Brasile a questa carica dimostra la priorità che Lula darà ai Paesi Brics, nel suo governo.

Negli ultimi anni, i Brics hanno perso parte del loro dinamismo. Uno dei motivi è stato l’arretramento del Brasile, che era sempre stato uno dei motori del gruppo, in una scelta fatta dai suoi governi di destra (2016-2022) di allinearsi agli Stati Uniti, riporta AT.

Dopo l’ultimo vertice dei Brics del 2022, ospitato da Pechino e tenutosi online, si è rafforzata l’idea di espandere il gruppo e si prevede che quest’anno entreranno a farne parte altri Paesi. Tre Paesi hanno già chiesto ufficialmente di aderire al gruppo, Argentina, Algeria e Iran, e molti altri stanno valutando pubblicamente di farlo, tra cui Indonesia, Arabia Saudita, Turchia, Egitto, Nigeria e Messico.

I Paesi Brics occupano un posto sempre più importante nell’economia mondiale. In termini di Pil a parità di potere d’acquisto, la Cina è l’economia più grande, l’India è terza, la Russia sesta e il Brasile ottavo. I Brics rappresentano oggi il 31,5% del Pil mondiale a parità di potere d’acquisto, mentre la quota del G7 è scesa al 30%.

Si prevede che i Paesi Brics contribuiranno a più del 50% del Pil globale entro il 2030, con la proposta di allargamento che quasi certamente anticipa questo traguardo.

Anche il commercio bilaterale tra i Paesi Brics è cresciuto in modo robusto: il commercio tra Brasile e Cina ha battuto record ogni anno e ha raggiunto i 150 miliardi di dollari nel 2022; tra il Brasile e l’India c’è stato un aumento del 63% dal 2020 al 2021, raggiungendo più di 11 miliardi di dollari; la Russia ha triplicato le esportazioni verso l’India da aprile a dicembre 2022 rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, espandendosi a 32,8 miliardi di dollari; mentre il commercio tra Cina e Russia è balzato da 147 miliardi di dollari nel 2021 a 190 miliardi di dollari nel 2022, con un aumento di circa il 30%.

Il conflitto in Ucraina, poi, li ha avvicinati politicamente. Cina e Russia non sono mai state così allineate, con una “partnership senza limiti”, come dimostra la recente visita del presidente Xi Jinping a Mosca.

Il Sudafrica e l’India non solo si sono rifiutati di cedere alle pressioni occidentali per condannare la Russia per il conflitto o imporle sanzioni, ma si sono avvicinati ancora di più a Mosca. L’India, che negli ultimi anni si è avvicinata agli Stati Uniti, sembra sempre più impegnata nella strategia di cooperazione del Sud globale.

I due strumenti più importanti creati dai Brics sono la Nuova Banca di Sviluppo, Ndb, e il Contingent Reserve Arrangement, Cra. Il primo ha l’obiettivo di finanziare diversi progetti di sviluppo, con particolare attenzione alla sostenibilità, ed è considerato una possibile alternativa alla Banca Mondiale.

Il secondo potrebbe diventare un fondo alternativo al Fondo Monetario Internazionale, ma la mancanza di una leadership forte sin dalla sua inaugurazione nel 2015 e l’assenza di una strategia solida da parte dei cinque Paesi membri hanno impedito al Cra di decollare.

Attualmente, una delle principali battaglie strategiche per il Sud globale è la creazione di alternative all’egemonia del dollaro statunitense. Gli Stati Uniti sono consapevoli che rischiano di perdere sempre più la loro capacità di sanzionare i Paesi se questi diminuiranno l’uso del dollaro.

Si registrano molti nuovi accordi tra Paesi per bypassare il dollaro, come quello recentemente annunciato da Brasile e Cina; Pechino ha già stretto accordi simili con 25 Paesi e regioni. In questo momento, all’interno dei Brics esiste un gruppo di lavoro che ha il compito di proporre una propria valuta di riserva per i cinque Paesi, che potrebbe essere basata sull’oro e su altre materie prime.

Il progetto si chiama R5 per la coincidenza che tutte le valute dei Paesi Brics iniziano per R: renminbi, rubli, reais, rupie e rand. Ciò consentirebbe a questi Paesi di aumentare lentamente il loro crescente commercio reciproco senza ricorrere al dollaro e di diminuire la quota delle loro riserve internazionali in dollari.

Un altro potenziale finora non sfruttato è l’uso del Contingent Reserve Arrangement, per 100 miliardi di dollari, allo scopo di salvare i Paesi insolventi. Quando le riserve internazionali di un Paese finiscono i dollari, bloccando il suo debito estero, è costretto a chiedere un salvataggio al Fmi, che impone misure spesso draconiane.

In questo momento, i cinque membri dei Brics non hanno problemi con le riserve internazionali, ma paesi come Argentina, Sri Lanka, Pakistan, Ghana e Bangladesh si trovano in difficoltà. Se potessero accedere al Cra, con condizioni migliori per il rimborso dei prestiti, ciò significherebbe una svolta politica per i Brics, che inizierebbero a dimostrare la capacità di costruire alternative all’egemonia finanziaria del dollaro.

Riorganizzare ed espandere la banca e il fondo è una sfida enorme per il gruppo. Dilma Rousseff è appena tornata alla vita politica per dirigere una delle istituzioni del Sud globale, inteso come lo tratteggiato Narenra Modi.

Antonio Albanese

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