MONTENEGRO. Sanzioni eluse: ecco la via

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Il fertilizzante artificiale russo è stato trasportato in Serbia attraverso l’Albania e il Montenegro, e il grano serbo è stato trasportato in Russia seguendo la strada al contrario, eludendo così le sanzioni alla Russia. Questo è quello che emerge da un’inchiesta esclusiva di Pobjeda, quotidiano montenegrino, che si appresta a diventare uni scandalo di proporzioni internazionali.

Secondo fonti anonime del settore della sicurezza e dell’Amministrazione, delle entrate e delle dogane del Montenegro, per diversi mesi, grandi quantità di fertilizzante artificiale russo sono state trasportate su camion dal porto albanese di Durazzo, verso nord attraverso il valico di frontiera di Božaj e poi attraverso il territorio montenegrino verso la Serbia, mentre contingenti di grano sono stati trasportati dalla Serbia alla Federazione Russa attraverso la stessa rotta. Risulta così che il Montenegro è stato anche indirettamente coinvolto nella violazione delle sanzioni dell’Unione Europea nei confronti della Federazione Russa, poiché il governo di Dritan Abazović ha aderito alla politica di severe sanzioni contro il regime di Vladimir Putin.

Per oltre un anno, 13 mesi per la precisione, queste enormi quantità di fertilizzante artificiale russo sono arrivate in Serbia. Ciò è dimostrabile dalle dichiarazioni doganali dove vi era scritto chiaramente all’inizio che la Russia era il Paese d’origine. Si stima che quasi 8 mila camion di fertilizzanti siano stati spediti in Serbia. Sulla via opposta, invece, 2 mila camion in meno, circa 6 mila di grano sono passati dalla Serbia, sempre transitando attraverso il territorio montenegrino, all’Albania e successivamente alla Russia. Inizialmente, la merce era accompagnata da fattura dalla Russia, così come il grano esportato in Russia aveva tutta la necessaria documentazione di accompagnamento. A riprova di ciò viene anche pubblicata un’immagine di un documento della dogana, una fattura che conferma il grosso affare messo in piedi.

Il governo del Montenegro, non senza ritardi, ha formalmente adottato le sanzioni contro la Russia a causa dell’aggressione militare contro l’Ucraina l’08 aprile. In seguito, personaggi provenienti da Russia, Albania e Serbia, proprietari di società vicine alle autorità di questi tre Paesi, hanno cercato di nascondere il Paese di origine in questa attività commerciale. Infatti, l’intera operazione è stata progettata e realizzata con la conoscenza delle autorità di Belgrado, Tirana e Podgorica, e gli appaltatori erano persone molto vicine alle autorità di quei tre paesi.

Ricostruiamo ora il percorso terrestre che vede nel porto di Durazzo il suo punto d’origine. Dalle navi il fertilizzante è stato caricato su camion in grandi sacchi con una capienza di diverse centinaia di kg, che non erano però contrassegnati con il paese di origine delle merci e la composizione delle materie prime. Le merci russe sono entrate in Montenegro su camion attraverso il valico di Božaj, e sono uscite al confine con la Serbia vicino a Dobrakov. Per nascondere la traccia che la merce provenisse dalla Russia, l’intermediario ufficiale nella vendita era una grande azienda albanese. La violazione delle sanzioni è durata diversi mesi così sostengono categoricamente le fonti, che però non hanno specificato le tonnellate di fertilizzante trasportato. Da quando il Montenegro ha introdotto le sanzioni fino ad ora circa 4.500 camion hanno seguito il percorso stabilito e nelle prime due settimane di dicembre sono stati registrati più di 100 camion in transito.

Si presume che per queste operazioni sia stata assunta una squadra attorno ad Andrej Vučić, il fratello del presidente della Serbia. Per la Serbia il problema in realtà non sussiste poiché si è costantemente rifiutata di imporre sanzioni alla Russia e quindi può commerciare liberamente senza ostacoli. Al contrario, per la posizione internazionale del Montenegro è estremamente importante fare chiarezza e luce sull’accaduto. La domanda da porsi è, considerando che viene utilizzato il territorio montenegrino per questi trasporti, qual è il ruolo dello Stato nell’intera operazione, se le autorità dell’Amministrazione delle entrate e delle dogane, nonché gli agenti dell’ANB (agenzia di sicurezza nazionale) avessero informazioni dell’uso del territorio montenegrino come transito o se i vertici dello Stato avevano ordinato di “chiudere gli occhi” in nome di “Balcani aperti”, poiché proprio il progetto Open Balkans, è sostenuto fortemente dal governo del premier con mandato tecnico Dritan Abazović, che ne vorrebbe l’inclusione per il Montenegro, e ciò implicherebbe la cancellazione dei confini tra i paesi, ma significherebbe anche la probabilità che qualche nuovo canale per il commercio illegale venga aperto, poiché con le frontiere aperte si agevolerebbe il fiorire di tali o simili affari internazionali di transito lucrativi e illegali. Nonostante il parere negativo espresso dall’ex vicepresidente del governo e ministro per gli affari europei Jovana Marović a causa proprio della rimozione dei controlli alle frontiere che avrebbe aperto la possibilità di intensificare la “rotta balcanica” della criminalità.

Secondo le ricerche ed indagini giornalistiche i camion di una compagnia di navigazione montenegrina sono stati noleggiati per diversi mesi per trasportare fertilizzanti russi in Serbia, mentre la compagnia di navigazione serba trasportava grano al porto di Durazzo, da dove veniva ulteriormente trasportato in Russia. Inoltre, si registra che negli ultimi giorni nessuna nave dalla Russia è stata vista entrare nel porto di Durazzo con merci destinate alla Serbia. Questo forse è dovuto al fatto che informazioni riservate sullo “strano transito” dal porto di Durazzo hanno recentemente raggiunto strutture di intelligence occidentali.

In conclusione, a riprova che quest’inchiesta ha prodotto un polverone, suscitando clamore, circa 30 camion che trasportavano fertilizzanti artificiali da Durazzo sono stati reindirizzati al confine montenegrino al terminal Zetatrans di Podgorica per uno scanner. In realtà poi non hanno dovuto passare nuovamente il controllo dello scanner poiché già fatto in Albania e sono ripartiti. Questo “dirottamento” crea un precedente, poiché si apprende che tutti i camion avevano i documenti necessari, e secondo la testata Antena M, il paese di origine della merce, è il Turkmenistan, e che l’acquirente della merce è la società “Promist d.o.o.” di Novi Sad in Serbia, che è stata implicata in truffe verso gli agricoltori. Questo non è tutto, anche due camion che trasportavano merci dalla Russia, come indicato dai documenti, sono stati fermati in Albania al confine. Secondo le informazioni di Antena M, fra i prodotti trasportanti dall’Albania vi è anche il nitrato d’ammonio, che, oltre ad essere un fertilizzante minerale, viene utilizzato pure come esplosivo se miscelato con altre sostanze chimiche. Tali esplosivi sono utilizzati nell’industria mineraria, e servono veicoli ed autisti specializzati per il trasporto, ma queste regole spesso non vengono seguite e le autorità spesso non si preoccupano di controllarle.

Paolo Romano

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