La chimera del Digital Bangladesh

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BANGLADESH – Dacca 06/08/2016. Il Bangladesh Daily Star, il 4 agosto riportava la notizia che la Telecommunication Regulatory Commission del Bangladesh aveva ordinato la chiusura di 35 siti di informazione.

Dopo alcuni giorni, ancora non sono emersi ulteriori dettagli sulla sospensione dei isti inseriti in un lungo elenco che comprende mass media di diverso genere che rappresentano posizioni critiche sul governo del paese. Il blocco di Internet è iniziato nelle prime ore del mattino del 2 agosto, quando l’accesso a Internet in una zona commerciale di Dacca è stato bloccato per 3,5 ore, una sorta di test fatto dal governo per vedere le reazioni delle agenzie di telecomunicazioni nel paese. L’interruzione era stata annunciata infatti il giorno precedente come misura di sicurezza, dopo l’attacco dei primi di luglio al Holey Artisan Bakery, riporta il sito Global Voices. Oltre a Internet, sono stati tagliati altri servizi. Il Presidente della Bangladesh Telecom Regulatory Commission (Btrc), Shahjahan Mahmood, ha detto il 3 agosto che questa è stata la prima esercitazione che prevede una serie di arresti temporanei di Internet, previsti «per un breve periodo IN qualsiasi momento, in qualsiasi luogo nel paese». Non è chiaro come questi black-out programmati possano avere un impatto positivo sulla sicurezza pubblica. Su Twitter, il gruppo Access Now ha lanciato la campagna globale contro gli arresti di internet, #KeepItOn. Non è la prima volta che le reti sono state deliberatamente chiuse in Bangladesh: a novembre 2015, il governo del Bangladesh ha bloccato i social media come Facebook, Viber e WhatsApp per quasi quattro settimane.
Il primo giorno di tale divieto, l’accesso a Internet è stato tagliato a tutto il paese per circa 75 minuti. Nel 2011, le Nazioni Unite hanno dichiarato l’accesso a Internet un diritto umano fondamentale. Nonostante le ripetute violazioni dei diritti digitali, continuano le affermazioni del governo di procedere verso un “Digital Bangladesh”.