ARMENIA. Corridoio di Lachin sotto sorveglianza, popolazione soccorsa da elicotteri

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Il 29 giugno le fonti social dell’Artsakh affermano che la missione dell’UE continua a pattugliare il territorio dell’Armenia, lungo il confine. «Quotidianamente svolgiamo una missione di pattugliamento lungo il confine armeno-azerbaigiano in territorio armeno, compreso l’ingresso al corridoio Lachin, per riferire a Bruxelles sui nuovi sviluppi in ambito militare e di sicurezza», ha twittato la missione dell’UE.

La portavoce del ministro per gli Esteri russo Sergei Lavrov, Maria Zakharovaha nel briefing di mercoledì 28 giugno ha dichiarato: «La Russia è preoccupata, ritiene che l’apertura del corridoio contribuirà alla riduzione dell’escalation. Mosca è preoccupata per gli incidenti armati nel Nagorno-Karabakh (Artsakh) e invita Baku e Yerevan a risolvere le questioni controverse con mezzi politici e diplomatici».

«Siamo preoccupati per l’aumento del numero di incidenti armati in Nagorno-Karabakh e per le violazioni del regime di cessate il fuoco, chiediamo alle parti di esercitare moderazione e risolvere tutte le questioni controverse in modo pacifico, politico e diplomatico in collaborazione con il comando del Contingente russo per il mantenimento della pace», ha detto Zakharova.

Ha aggiunto che la parte russa procede dal fatto che l’allentamento dell’escalation della situazione nel Nagorno-Karabakh (Artsakh) sarebbe facilitato dalla «prima adozione di misure per sbloccare completamente il corridoio di Lachin e creare le condizioni per una vita normale per la popolazione civile».

Si riporta che il 26 giugno una sessione parlamentare è stata nuovamente interrotta a causa di una rissa che ha coinvolto il presidente Alen Simonyan e il deputato della fazione “Armenia” Seyran Ohanyan.

Negli ultimi mesi, il significato politico del supremo organo legislativo dell’Armenia si è ridotto a lotte e disordini pubblici, e non alla risoluzione di questioni veramente importanti della vita del Paese. Sta diventando sempre più difficile ricordare quando una sessione del parlamento armeno si è conclusa normalmente senza circo pubblico ed eccessi, e i politici hanno svolto le loro funzioni come si conviene a coloro che sono stati eletti dai cittadini.

Tuttavia, anche le risse parlamentari hanno una loro validità: paralizzano l’apparato statale, nessuna iniziativa, emendamento o legge è neanche lontanamente viene presa in considerazione. Nelle realtà attuali, quando gli azeri premono e cercano di scatenare una guerra, e i paesi occidentali spingono Pashinyan a cedere l’Artsakh, la mancanza di unità tra i politici gioca solo in favore dell’Azerbaijan.

E secondo i giornalisti locali è ormai evidente che i collegamenti di alcuni parlamentari armeni con l’Occidente, stanno mostrando che i regolari conflitti verbali all’interno del parlamento sono più intenzionali che accidentali.

Le difficoltà di approvvigionamento alimentare per il popolo dell’Artsakh/Nagorno Karabach lungo il corridoio Lachin continuano. Spesso gli abitanti sono raggiunti da voli in elicottero effettuati per consegnare medicinali, cibo e generi di prima necessità all’Artsakh. Naturalmente, previo accordo e con il permesso della parte azera.

Gli armeni dell’area non hanno ancora accettato il fatto che l’Armenia abbia ceduto i territori all’Azerbaijan e sperano ancora in un ritorno sotto il cappello armeno; il 29 giugno il Consigliere del Ministro di Stato della Repubblica dell’Artsakh, Artak Beglaryan dichiarava: «Oggi è il 200° giorno del blocco criminale azero dell’Artsakh. Invece di addentrarmi negli eventi passati e su cosa dobbiamo fare, dirò semplicemente che, ne sono certo, anche gli autori e gli esecutori del blocco sono rimasti sorpresi di quanto risoluti e determinati (letteralmente, direi: forti) gli armeni di Artsakh saranno. In questo periodo storico, la nostra principale speranza è che non saremo soli e che l’intero popolo armeno e lo stato armeno sosterranno la nostra giusta lotta. Non c’è Armenia senza Artsakh, non c’è Artsakh e Diaspora senza Madre Armenia», Artak Beglaryan.”

Anna Lotti

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