AFGHANISTAN. L’ASEAN è in allarme rosso per la possibile ondata jihadista

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Il ritorno dei Talebani in Afghanistan ha fatto suonare l’allarme nel sud-est asiatico, patria di milioni di musulmani. Politici e servizi sicurezza degli stati dell’Associazione delle Nazioni del Sud-Est Asiatico sono preoccupati che il trionfo del gruppo islamico ispirerà l’estremismo religioso nei loro rispettivi stati, mentre si preparano anche per un potenziale afflusso di rifugiati.

Sono a maggioranza musulmana, nel sud-est asiatico, l’Indonesia, la Malesia e il Brunei, mentre comunità musulmane più piccole sono sparse in tutta la regione, compresa la Thailandia meridionale e le Filippine meridionali. Prevenire la diffusione dell’estremismo è stata a lungo una priorità dell’Asean. La regione non è estranea agli attacchi dei radicalisti islamici, come fu a Bali del 2002.

Un possibile punto critico è l’isola di Mindanao, a lungo base per i militanti musulmani, compreso lo Stato Islamico. Nonostante un accordo di pace del 2014 tra il governo e il Moro Islamic Liberation Front, l’estremismo rimane una minaccia. Nel 2017, i militanti dello Stato islamico hanno preso la città di Marawi per cinque mesi, lasciando sul terreno almeno 920 combattenti, 165 soldati e 47 civili e facendo sfollare decine di migliaia di residenti. L’isola è stata anche scossa da attacchi suicidi. L’anno scorso, un’esplosione e un attentato suicida nella provincia di Jolo, roccaforte dei militanti, hanno ucciso almeno 14 persone e ne hanno ferite oltre 70.

La polizia nazionale filippina ha assicurato che la situazione a Mindanao «rimane sotto il controllo delle forze statali», aggiungendo che le autorità saranno in “piena allerta” e intensificheranno le operazioni di raccolta di informazioni. I Talebani hanno detto che il loro nuovo governo dell’Afghanistan sarà diverso da quello che ha governato la maggior parte del paese dell’Asia centrale vent’anni fa. Queste affermazioni hanno suscitato molto scetticismo.

Anche il governo di Singapore è in allerta: «Dovremo osservare la situazione molto da vicino. Il terrorismo e l’estremismo sono pericoli chiari e presenti nella nostra regione, con o senza l’Afghanistan», ha detto il ministro degli Esteri di Singapore Vivian Balakrishnan il 16 agosto.

Le Filippine hanno detto di essere aperte ai rifugiati afgani, secondo Philippine News Agency. Il National Bureau of Investigation e la National Intelligence Coordinating Agency possono essere chiamati a determinare se i candidati rappresentano una minaccia alla sicurezza nazionale, prosegue l’agenzia.

In Indonesia, il The Jakarta Post ha pubblicato un editoriale il 16 agosto affermando che le immediate implicazioni internazionali del ritorno dei Talebani saranno »un esodo di rifugiati in fuga dal regime talebano con tutte le conseguenze, comprese le minacce alla sicurezza». Il ministero degli Esteri indonesiano ha detto che l’ambasciata indonesiana a Kabul continuerà a svolgere la sua missione con personale essenziale limitato. Il Vietnam, l’unico paese del sud-est asiatico che siede ora nel Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, ha sollecitato la pace in Afghanistan.

Lucia Giannini