AFGHANISTAN. I talebani raccontano le operazioni di gennaio 2017

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Nel mese di gennaio 2017 ci sono state una serie di operazioni talebane che hanno colpito uomini e mezzi del governo afgano.

Lo ricorda una sorta di bollettino operativo che i talebani hanno postato in rete nei giorni scorsi. In esso gli studenti coranici afgani ricordano che: «Anche se è stato il picco della stagione invernale nel nostro paese, numerosi attacchi piccoli e grandi sono stati effettuati il nemico, in cui gli sono state inflitte enormi perdite materiali e finanziarie». I mujahidin dell’emirato islamico dell’Afghanistan in un lungo elenco di operazioni minori evidenziano una vasta operazione contro le basi militari afgane d Farah, bersagliate da numerosi lanci di razzi e colpi di mortaio.

Vien poi citato un attentato avvenuto il 10 gennaio contro la case del governatore di Kandahar: «Un enorme esplosione ha avuto luogo all’interno dei locali della casa del governatore della provincia di Kandahar, in cui diversi funzionari di alto rango come ad esempio il vice governatore di questa provincia, l’ufficiale di collegamento, il senatore della provincia settentrionale ‘Faryab’, il membro del Parlamento della provincia di ‘Jozejan’ e un diplomatico afghano negli Stati Uniti sono rimasti uccisi e diversi altri funzionari inferiori sono rimasti feriti».

Secondo quanto dicono i talebani questa esplosione non ha nulla a che vedere con loro, ma è solo una fase della faida interna al governo afgano, chiamato “regime fantoccio” perché a comandare sono ancora gli stranieri.

Fanno poi un primo bilancio delle zone controllate dal Emirato islamico:
«Il 3 gennaio I Mujahidin hanno dichiarato che, per il momento, più di quattordici distretti del paese sono completamente controllati dall’Emirato islamico dell’Afghanistan; mentre decine di altre città e distretti sono controllati per oltre la metà dai mujahidin oppure sono sotto pesante attacco da parte degli studenti.»

La virulenza degli attacchi sarebbe tale che il nemico, cioè i regolari afgani, non possono muoversi al di fiori delle basi e delle città.

Lucia Giannini