AFGHANISTAN. I talebani minacciano i turchi: non venite o farete le fine degli americani

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L’Emirato Islamico di Afghanistan avvisa i turchi: non venite in Afghanistan o saranno guai per voi.

I talebani, infatti pur riconoscendo il legame storico e culturale tra i due popoli, in maniera molto chiara avvisano Erdogan e il governo turco di non venire in terra afgana, altrimenti anche contro di loro scatteranno le conseguenze della fatwa del 2001 che fino ad oggi ha reso legali i combattimenti contro Nato e Usa, realtà che avevano invaso e occupato il territorio afgano.

La dichiarazione del 13 luglio recita infatti: «Tutti sanno che tutte le forze straniere devono ritirarsi dalla nostra amata patria sulla base dell’accordo di Doha, una decisione approvata dalle Nazioni Unite e dalla comunità internazionale, nonché accolta e sostenuta dalla maggioranza dei paesi, compreso il ministro degli esteri della Turchia che era presente alla cerimonia della firma.

Ora che la leadership della Turchia ha annunciato il mantenimento delle truppe e l’estensione dell’occupazione del nostro paese per volere e in accordo con l’America, vale la pena considerare i seguenti punti:

1 – L’Emirato islamico dell’Afghanistan e il popolo afgano mantengono legami storici, culturali e religiosi con il popolo musulmano della Turchia. L’estensione dell’occupazione susciterà emozioni di risentimento e ostilità all’interno del nostro paese verso i funzionari turchi e danneggerà i legami bilaterali.

2 – La decisione della leadership turca è sconsiderata, una violazione della nostra sovranità e integrità territoriale e contro i nostri interessi nazionali. L’Emirato islamico dell’Afghanistan condanna questa decisione riprovevole nei termini più forti, poiché indurrà problemi tra le nazioni turca e afgana. Ed esortiamo vivamente i funzionari turchi ad annullare la loro decisione perché è dannosa per entrambi i paesi.

3 – Consideriamo la permanenza di forze straniere nella nostra patria da parte di qualsiasi paese con qualsiasi pretesto come un’occupazione, e gli invasori saranno trattati sulla base della fatwa di millecinquecento illustri studiosi emessa nell’anno 1422 Hijri Lunare (2001) – una fatwa sotto la quale è stato condotto il Jihad degli ultimi venti anni.

4 – Esortiamo il popolo turco musulmano e i suoi astuti politici ad alzare la voce contro questa decisione perché non è vantaggiosa né per la Turchia né per l’Afghanistan, ma crea solo problemi e questioni tra le due nazioni musulmane.

5 – La nostra politica rimane quella di cercare relazioni buone e positive con tutti i paesi sulla base di una condotta reciproca. Non interferiamo negli affari degli altri né permettiamo agli altri di interferire nei nostri affari.

6 – Ricordiamo ai funzionari turchi che è meglio mantenere relazioni positive e buone alla luce dei principi accettati invece di prendere tali decisioni sconsiderate, di tendere le mani di cooperazione gli uni agli altri e di adottare una comprensione e posizioni comuni per sfide e interessi comuni.

7 – Siamo stati in contatto con i funzionari turchi per un po’ di tempo e abbiamo tenuto diverse riunioni in cui ci hanno assicurato che non avrebbero preso una tale decisione unilaterale senza la nostra approvazione. L’attuale decisione che hanno preso è una violazione del loro stesso patto.

8 – Se i funzionari turchi non riconsiderano la loro decisione e continuano l’occupazione del nostro paese, l’Emirato islamico e la nazione afgana – in linea con il loro dovere religioso, coscienzioso e patriottico – prenderanno posizione contro di loro come hanno preso posizione contro l’occupazione di due decenni, nel qual caso la responsabilità di tutte le conseguenze ricadrà sulle spalle di coloro che interferiscono negli affari degli altri e prendono decisioni così sconsiderate».

Ankara è avvisata, e a quanto pare la decisione di spostare i mercenari siriani dalla Libia in Afghanistan non è stata bene accolta, anzi tutt’altro.

Redazione