Ypf e Dow firmano accordo su scisto

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ARGENTINA – Buenos Aires. L’argentina Ypf e la statunitense Dow Chemicals svilupperanno l’estrazione di gas di scisto in Patagonia, nella provincia meridionale Nequen.

Nel bacino Neuquen, che si trova all’estremità settentrionale della Patagonia, si pensa che ci siano alcune delle più ricche  riserve di gas di scisto e di petrolio del mondo. 

Comprende i 30.000 chilometri quadrati della riserva di scisto di Vaca Muerta.

L’accordo stabilisce che entrambe le società siano disposte a negoziare termini e condizioni per una joint venture in cui Ypf darà a Dow Chemical una partecipazione del 50% per lo sviluppo dei 42 chilometri quadrati del giacimento di El Orejano.

Il memorandum è stato firmato dal direttore generale Miguel Galuccio Ypf e dal responsabile per il Sud America della Dow, Jorge La Roza (nella foto).

«Questo accordo rafforza la posizione competitiva di Dow, consolida il nostro rapporto con Ypf, e riflette il nostro impegno e il nostro contributo allo sviluppo economico e industriale in Argentina», ha detto La Roza.

Ypf ha messo in produzione all’inizio di questo mese il suo primo idrocarburo non convenzionale da Vaca Muerta.

“Non convenzionale” si riferisce a depositi di petrolio e gas come l’olio di scisto, in cui gli idrocarburi non vengono estratti da pozzi tradizionali, ma invece deve essere rilasciato da metodi volti a liberare le riserve della roccia madre.

«Abbiamo trovato in Dow un partner di grande importanza, che fin dall’inizio della discussione ha mostrato il massimo interesse e la ferma decisione di mettersi in gioco come attore diretto nella trasformazione che l’Argentina sta attuando con lo sfruttamento delle risorse non convenzionali», ha detto Galuccio.

Lo sviluppo delle riserve di gas di scisto in Argentina sarà garantito da Dow con una fornitura costante di minerali ed idrocarburi e al tempo stesso volta garantire la sua solida posizione in Argentina e a far crescere il Paese nel Mercosur.

La riserva di Vaca Muerta pone l’Argentina al terzo posto, dopo gli Stati Uniti e la Cina, tra i 32 paesi elencati in uno studio del Dipartimento per l’Energia statnitense delle risorse di idrocarburi non convenzionali.

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