VENEZUELA. ExxonMobil finanzia la Guyana contro il Venezuela 

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Il presidente venezuelano Nicolas Maduro ha detto, questa settimana, che Pdvsa è pronto a sanzionare a sua volta Washington per le sanzioni finanziarie degli Stati Uniti, sospendendo le esportazioni di petrolio al paese, inviando il greggio in Asia.

Secondo quanto riporta Oil Price, la minaccia sembra molto improbabile, dato che gli Stati Uniti sono uno dei suoi maggiori clienti che pagano. La Cina è il più grande cliente di Pdvsa in Asia, ma Caracas non riceve pagamenti per simili spedizioni, perché utilizza il greggio per ripagare i suoi debiti.

Le importazioni statunitensi di greggio venezuelano sono state estremamente stabili negli ultimi anni, con una media di 773.000 bpd nel 2014, 792.000 bpd nel 2015 e 754.000 bpd nel 2016. La stabilità dei flussi è dovuta non solo per la presenza di Citgo sulla costa Usa, ma anche perché queste raffinerie sono in grado di processare il greggio pesante prodotto dal Venezuela.  

Le esportazioni del 2017 sono notevolmente diminuite, quasi il 20% in meno rispetto alla media, le importazioni sono scese sotto i 500.000 bpd a novembre. È un risultato del calo della produzione venezuelana, scesa al di sotto di 2 milioni di barili al giorno e del blocco imposto alle raffinerie statunitensi che hanno interrotto gli acquisti dalla compagnia venezuelana.

Inoltre, il gigante petrolifero statunitense ExxonMobil sta collaborando con la Guyana per portare la questione del confine tra Guyana e Venezuela dinanzi alla Corte internazionale di giustizia. La compagnia petrolifera multinazionale cercherebbe di influenzare la decisione del tribunale a favore della Guyana, paese che considera  più amichevole verso i suoi interessi, riporta Telesur.

I funzionari della Guyana hanno indicato che il loro obiettivo, con l’ingente somma di denaro fornita dalla compagnia petrolifera «è quello di finanziare il processo della frontiera, poiché il segretario Generale delle Nazioni Unite ha promesso di portare il caso alla Corte internazionale di giustizia tra circa quattro settimane».

Graziella Giangiulio