TURCHIA. Erdogan e il nuovo corso turco del CHP

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Il CHP, il principale partito di opposizione turco, alla fine del 31 marzo ha dichiarato la vittoria nelle elezioni locali di Istanbul e Ankara. Una vittoria poi confermata anche dalle elezioni n molte altre grandi città della Turchia, tra cui Izmir, Bursa e Antalya.

Ekrem Imamoglu, il sindaco uscente di Istanbul del Partito popolare repubblicano, il CHP, candidato alla rielezione, ha sconfitto i candidati sostenuti dal presidente Recep Tayyip Erdogan tre volte: nel voto di Istanbul del 2019, nella “rivotazione” del 2019 e in questo ultimo turno. Visto dai sostenitori come un politico che potrebbe detronizzare Erdogan e sconfiggere il Partito Giustizia e Sviluppo, l’AKP, al governo, Imamoglu non si è trattenuto nelle sue dichiarazioni che celebravano la sua vittoria: “Miei cari abitanti di Istanbul, oggi avete aperto la porta a un nuovo futuro. Da domani la Turchia sarà una Turchia diversa. Avete aperto la porta alla crescita della democrazia, dell’uguaglianza e della libertà… avete acceso la speranza nelle urne”, riporta BneIntelliNews.

Tuttavia, dopo aver vinto le elezioni parlamentari e presidenziali dello scorso anno, Erdogan, leader della Turchia dal 2003, non dovrà affrontare un altro voto importante fino al 2028, un orizzonte temporale lungo che gli consente di poter arginare al sconfitta e prepararsi per le future tornate elettorali.

Nella sua reazione ai risultati delle elezioni locali, Erdogan, rivolgendosi ai sostenitori riuniti ad Ankara, ha affermato che il risultato “purtroppo non è stato all’altezza delle aspettative del partito (…) La nazione invia i suoi messaggi attraverso il voto”, ha aggiunto Erdogan, riconoscendo che la giornata elettorale si è conclusa con una vittoria complessiva per il CHP, e rimarcando: “Autocriticheremo coraggiosamente la perdita che abbiamo subito”.

Considerando il suo percorso di disfunzioni e sconfitte negli ultimi due decenni, non c’è nemmeno alcuna garanzia che, anche con il carismatico Imamoglu alla guida, il CHP sarà in grado di presentare un’opposizione potente e duratura a Erdogan.

Le vittorie di Imamoglu a Istanbul e Yavas ad Ankara non sono “straordinarie” ma la vittoria dei migliori candidati possibili, avendo davanti avversari non della stessa caratura politica.

Erdogan, 70 anni, egli stesso ex sindaco di Istanbul, ha guidato la campagna elettorale del suo partito nella megalopoli di oltre 16 milioni di abitanti. Ma non è riuscito a convincere abbastanza i tanti turchi che rimangono schiacciati da una crisi economica, segnata da un’inflazione dilagante e dal crollo della lira, di cui la cattiva gestione dell’economia da parte di Erdogan è ampiamente considerata la causa. Dalla sua rielezione nel maggio dello scorso anno, Erdogan non ha prodotto alcun cambiamento significativo nelle fortune economiche, anche se ha fatto promesse che, con la sua nuova squadra economica al timone, non è riuscito a mantenere. Il presidente in carica ha già annunciato il suo ritiro il favore del genero, Al Bayrak. 

Il presidente del CHP Ozgur Ozel ha elogiato gli elettori dicendo: “Vogliono aprire la porta a un nuovo clima politico nel nostro paese”. 

Lucia Giannini

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