SIRIA. Otre 900mila sfollati da gennaio ad aprile per l’ONU

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Le Nazioni Unite affermano che più di 920.000 persone sono state sfollate all’interno della Siria durante i primi quattro mesi del 2018, si tratta del livello più alto dall’inizio della guerra civile nel paese iniziata sette anni fa.

Panos Moumtzis, il coordinatore umanitario regionale delle Nazioni Unite per la Siria, ha dichiarato a Ginevra che negli ultimi mesi la Siria ha continuato ad essere testimone di massicci sfollamenti di persone: «Stiamo assistendo a uno sfollamento di massa all’interno della Siria (…) Da gennaio ad aprile, ci sono stati oltre 920.000 nuovi sfollati. Il più grande sfollamento nel breve periodo di tempo, dall’inizio del conflitto».

Moumtzis ha sottolineato che la maggior parte dei nuovi sfollati è stata costretta a spostarsi a causa dell’escalation dei combattimenti nell’ex bastione di Ghouta orientale e nella provincia nordoccidentale di Idlib, che è in gran parte controllata da vari gruppi estremisti. I suoi commenti sono arrivati quando le forze governative siriane hanno cercato di scacciare i militanti e di ottenere il pieno controllo di Idlib, che conta circa 2,5 milioni di abitanti.

Allo stesso tempo, i diversi gruppi terroristici nella provincia stanno combattendo sempre di più tra di loro. «Ci preoccupa vedere davvero 2,5 milioni di persone sfollate», ha detto Moumtzis, aggiungendo che l’Onu sta attualmente elaborando una serie di piani di emergenza in caso di escalation della situazione: «La composizione attuale rende la situazione altamente esplosiva», ha detto Moumtzis.

Il coordinatore Onu ha notato che Idlib fa parte dell’accordo di “de-escalation” per la Siria raggiunto tra Iran, Russia e Turchia e ha avvertito delle terribili conseguenze se la provincia sprofondasse in un conflitto tra diverse fazioni. I dati delle Nazioni Unite mostrano che il numero di sfollati interni nel paese colpito dalla violenza è salito a 6,2 milioni, mentre ci sono ancora circa 5,6 milioni di rifugiati siriani nei paesi vicini.

Attualmente l’ONU fornisce aiuti a circa 5,5 milioni di persone in tutto il paese ogni mese. Ma Moumtzis ha espresso profonda preoccupazione per la mancanza di fondi per la massiccia operazione di aiuto, con solo il 26 per cento dei 3,5 miliardi di dollari necessari quest’anno all’interno della Siria si materializza fino ad oggi.

«La risposta umanitaria sul campo è davvero a un punto di rottura. Siamo tesi al massimo (…) I nostri magazzini sono vuoti», ha aggiunto Moumtzis. La Siria è impelagata in una vasta guerra civile su cui si è innestata la presenza di gruppi jihadisti e di Isis dal marzo 2011. Il governo siriano afferma che il regime israeliano e i suoi alleati occidentali e regionali stanno aiutando i gruppi terroristici che stanno devastando il paese arabo.

Negli ultimi mesi, i militanti hanno perso gran parte del territorio che una volta detenevano in Siria. Una conferenza organizzata congiuntamente dall’Onu e dall’Ue in aprile ha affermato che le condizioni per il rimpatrio dei rifugiati non sono ancora state soddisfatte, rilevando che il rimpatrio volontario potrebbe non avvenire in condizioni di sicurezza e dignità.

Luigi Medici