SHAM. Raqqa come Mosul: i civili fanno da scudi umani

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Non accenna a diminuire l’euforia sulla rete social ISIS per i fatti di Londra, postata infografica di Yaqeen media, in report. A questa euforia si aggiunge quella di Grozny, per l’attacco alla base militare della Guardia Nazionale Russa, e infine per l’attacco inghimazi in Bangladesh al Check Point della polizia in prossimità dell’aeroporto internazionale. Molte le grafiche che mostrano l’Occidente in ginocchio. Colpito, terrorizzato. Molti gruppi hanno ripostato il discorso di al Adnani: “Die in your range”, ovvero “morite nella vostra rabbia” e il “comando” agli adepti della rete è: “proseguite con gli attentati”.

Minacce nemmeno troppo velate perché dopo l’attentato in Bangladesh la rete social di ISIS afferma: «mentre tutti avevano gli occhi puntati su Mosul, i musulmani e Raqqa, noi abbiamo colpito Londra, la Cecenia, Dacca. Quale sarà la prossima città?». Non è dato a sapere in rete è iniziata una sorta di toto scommesse. Oltre a “Morite nella vostra rabbia”, dove il richiamo agli incendi è forte è stato ripostato il nasheed ISIS in francese Les “Èternelles”. Dedicato alle donne che si dedicano alla causa. Altro video ripostato oggi quello in lingua francese, di incitamento per nuovi attentati, che è stato postato poco dopo gli attentati di novembre in Francia: “Uccideteli ovunque li troviate”.

A conferma di un possibile nuovo attentato nel mondo ci sono alcuni post ISIS in cui si afferma che questa tecnica del mordi e fuggi, intendendo gli attentati nel mondo dei “crociati”, dà a ISIS molto lustro e quindi è bene continuare.

A fare notizia in Iraq sono i morti a seguito dei bombardamenti della coalizione. Si parla di 200 persone, alcuni dicono 230 e ISIS dice che gli “infedeli” ovvero i media non ISIS hanno voluto minimizzare l’orrore asserendo che gli iracheni hanno trovato fosse comuni di Yazidi uccisi da ISIS a Mosul, mentre, secondo ISIS questo dato è falso. Dalle immagini postate negli ultimi giorni da Mosul, possiamo dire che i cecchini di ISIS sono a caccia di nomi illustri, tra i militari iracheni e alleati da uccidere. E infatti girano le foto delle uccisioni di leader sciiti uccisi da cecchini ISIS a Mosul assieme a foto di americani ritratti insieme ai soldati iracheni che pianificano gli attacchi contro ISIS e ancora foto degli inglesi che addestrano i soldati iracheni a diventare cecchini. E ISIS sottolinea: “E poi vi chiedete come mai attacchiamo Londra!”

In Siria, una vignetta che mostra due serpenti che si mordono asserisce che quella è la reale situazione dei ribelli nella siriana Idlib. I due serpenti sono HTS e Ahrar al Sham. E in effetti i due gruppi si sono scontrati in più di una occasione. E invece di stare dalla stessa parte: entrambi vogliono che Assad lasci la Siria, sono entrambi sunniti, ma almeno a Idlib si odiano. La città ha subito numerosi attacchi aerei sulla città dove secondo fonti HTS sarebbero stati sganciati missili anti bunker. Come detto in precedenza, alla vigilia della sigla degli accordi di Aleppo, Idlib sarebbe stata rasa al suolo una volta presa Aleppo da Assad ed è purtroppo quello che sta succedendo. Gli americani compiono raid mirati per uccidere i leader di al Qaeda e i russi fanno il resto per conto di Assad.

I bombardamenti aerei proseguono anche su Raqqa, con numerosi morti tra i civili, che aumenteranno di giorno in giorno, visto che ISIS non li lascia scappare. Chi può va verso le zone rurali che come sappiamo bene sono bombardate non appena si rileva movimento umano: sarà dunque una strage. Stesso dicasi per la città di Tabqa, dove le persone sono utilizzate da ISIS e dalle forze avverse come scudi umani.

Il Sinai oramai è ormai teatro di guerra a tutti gli effetti. ISIS continua a rivendicare attentati e assassinii in tutta l’area. Nella rete vengono annunciati una serie di servizi e informazioni per sostenere l’arrivo di ISIS in Sinai, che inoltre posta delle immagini dei suoi uomini in teatro. Inoltre vengono immesse dagli account ISIS in rete le immagini degli effetti dei bombardamenti a sud di Rafah sui cui cieli e su quelli di Sheikh Zuweid volano i droni israeliani e da cui viene postato un documento del 2015 che spiega come abbatterli.

Redazione

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