SAHEL. Ecco chi è il dirigente Polisario sulla cui testa pende la taglia USA

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Taglia da 5 Milioni di Dollari sulla testa del terrorista Adnan Abu Walid al-Sahrawi, membro del gruppo paramilitare Polisario e leader dell’organizzazione terroristica dello Stato islamico nel Grande Sahara (ISGS).  

È quanto annunciato venerdì scorso dal Dipartimento di Stato americano per ottenere informazioni utili a identificarlo o localizzarlo.

Il gruppo terroristico ISGS ha rivendicato la responsabilità dell’imboscata di ottobre 2017 a danno di una pattuglia congiunta USA-Nigeria vicino al villaggio di Tongo Tongo, in Niger, provocando la morte di quattro soldati statunitensi, spiega nella sua nota la diplomazia statunitense.

Forse un massacro che si sarebbe potuto evitare o prevenire. In effetti i servizi occidentali avevano a più riprese avvertito della pericolosa evoluzione tra il fronte Polisario e i gruppi jihadisti, accusati anche di traffico di armi, di cocaina dall’America Latina, sigarette di contrabbando, senza dimenticare la lucrosa attività di sequestro a scopo di estorsione. È proprio nei campi di Tindouf, a 1.750 chilometri a sud ovest di Algeri dove venne rapita la cooperante italiana Rossella Urru insieme ai due operatori umanitari spagnoli. Mentre affermano di difendere “il diritto del popolo saharawi all’autodeterminazione”, in realtà accumulano fortune colossali, spesso riciclate nelle attività immobiliari e commerciali a Nouadhiboau, Mauritania e Marbella, in Spagna.

Abu Walid , membro del cosiddetto “Esercito di liberazione popolare saharawi” Polisario, era l’ex portavoce del gruppo jihadista “Movimento per l’Unità e il Jihad in Africa Occidentale” (MUJAO) durante la guerra in Mali.  Due anni dopo la fusione di Mujao e dei Firmatari del Sangue del terrorista Mokhtar Belmokhtar per formare il gruppo Al-Mourabitoune, Abu Walid ha annunciato nel maggio 2015 che la sua fazione aveva giurato fedeltà a Daesh di Abu Bakr al-Baghdadi e ribattezzato “Stato islamico nel Grande Sahara. 

Un pericoloso salto di “qualità” nella piramide delle organizzazioni terroristiche internazionali, ed un evidente minaccia alla stabilità della zona euromediterranea.  

Una taglia importante che dimostra la pericolosità del terrorista del Fronte Polisario. Il suo gruppo ISGS è nella lista nera del Dipartimento di Stato come organizzazione terroristica straniera e Abu Walid  entra con forza nella Top Ten dei maggiori ricercati internazionali. Raggiunge infatti in classifica, a pari merito, il terrorista e signore della guerra algerino  Mokhtar Belmokhtar, importante membro del gruppo “Al Qaeda nel Maghreb Islamico”, veterano dell’Afghanistan, maggior trafficante di armi e droga nel Sahel e ben noto alla CIA fin dai primi anni Novanta.

Con appena 2 milioni di dollari di distacco, il membro del Polisario Abu Walid al-Sahrawi quasi raggiunge in classifica il noto terrorista Abubaker Shekau, già leader del famigerato e spietato gruppo terroristico Boko Haram, poi di ISWAP e oggi di JAS (Jama’atu Ahlis Sunna Lidda’awati wal-Jihad, Gruppo per la diffusione degli insegnamenti del Profeta e il Jihad, conosciuto anche come Jama’at Hijra Wa Takfir – Jhwt) sulla cui testa pende una taglia di 7 milioni di dollari, mentre rimane ben saldo in tesa alla classifica il Califfo dello Stato Islamico Abu Bakr Al Baghdadi.    

Il programma Rewards for Justice Program offre anche una ricompensa fino a $ 5 milioni per le informazioni che portano all’arresto o alla condanna, in qualsiasi paese, di chiunque abbia commesso, cospirato per commettere, aiutato o incoraggiato la commissione di questo agguato, conclude la stessa fonte.

Una vicenda nuova?

Già nel 2018 la Commissione europea  aveva inchiodato sui fatti e certificato l’attività terroristica del Fronte Polisario nella regione sahelo-sahariana, in occasione della pubblicazione del suo rapporto intitolato Project Safte.

Il rapporto, che conduce indagini sull’accesso dei terroristi  ai mercati illeciti ed acquisizione di armi per le loro reti in Europa, denuncia la comprovata connessione tra il Fronte separatista Polisario, sostenuto da Algeri, e i gruppi jihadisti che brulicano nella zona sahelo-sahariana, in particolare il MUJAO nonché il gruppo terroristico Ansar Dine.

Il rapporto rileverebbe che la collusione tra Polisario ed i gruppi terroristici che operano nella regione sarebbe stata facilitata dalla crisi libica, dalla porosità delle frontiere e dall’incapacità dei poteri centrali di alcuni paesi della regione di controllare il loro vasto territorio.

In questo pericoloso scacchiere emerge il ruolo importante del Fronte Polisario grazie al sodalizio con lo “Stato islamico nel Grande Sahara” e prima “Al Qaeda nel Maghreb Islamico”. Un alleanza costruita proprio grazie appunto al rapporto tra i due terroristi ricercati Adnan Abu-Walid al-Sahrawi e Mokhtar Belmokhtar  l’ex “agente” dell’intelligence algerina DRS, il cui ex capo è il Generale Mohamed Lamine Mediene, alias “Toufik”, attualmente incarcerato nella prigione militare di Blida.

Redazione