La coperta troppo corta

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ISRAELE – Gerusalemme 25/10/2013. Il Ministro della Difesa israeliano Moshe Ya’alon ha dichiarato che in Libano si è da tempo riaperta una guerra civile tra Hezbollah e alcuni elementi del jihad globale: «Stanno tentando di trascinare anche Israele nel conflitto. Anzi, per coloro che non ne fossero ancora a conoscenza, vi è già una guerra civile in Libano. Il Jihad globale, che si è infiltrato nel paese, si sta scagliando contro Hezbollah e lo possiamo riscontrare dalle autobomba nel quartiere di Dahiyeh, roccaforte del partito sciita, nel lancio di razzi nella stessa zona e nella Valle della Beka’a» ha sottolineato il ministro riferendosi appunto ai recenti attacchi che hanno procurato disordini e fatto innalzare i livelli di guardia.

Ha poi aggiunto che a lanciare i razzi dal Libano nel nord dei territori occupati ad agosto erano stati gli stessi elementi del jihad globale, per provocare una risposta israeliana contro il Partito di Dio. L’immediata dichiarazione di non responsabilità da parte Hezbollah e la determinazione con cui si tenta di tenere a bada Hamas, prevenendo anche gli attacchi che giungono dalla Striscia di Gaza, mostra la forte capacità di deterrenza del paese sionista, continua  Ya’alon, ma la minaccia più grande continua ad essere rappresentata dall’Iran che sta armando Hezbollah: «Stiamo certamente parlando di un regime che ha ambizioni di egemonia mondiale, e diciamo che un regime non convenzionale come questo, che vorrebbe vedere il mondo come un califfato islamico, non deve assolutamente avere armi non convenzionali, in questo caso specifico armi nucleari».

Ya’alon (nella foto) ha invitato i leader occidentali a non lasciarsi tentare dal “fascino offensivo” iraniano: «Questo è esattamente ciò che gli iraniani vogliono: farsi allentare le sanzioni prima che loro interrompano il loro progetto nucleare militare».

Non è un segreto inoltre la delusione israeliana, e dell’Arabia Saudita, riguardo alle posizioni prese dagli Stati Uniti nei confronti dell’Iran e della Siria. Secondo i media israeliani, il segretario di Stato degli Stati Uniti John Kerry non è riuscito a convincere il premier israeliano Benjamin Netanyahu e il ministro degli esteri saudita Saud al-Faisal, sul fatto che gli Usa non vogliono rivedere in toto le loro posizioni su Teheran. In sostanza non approvano il fatto che Kerry abbia sottolineato la necessità di adottare una nuova diplomazia nel trattare con l’Iran mentre Netanyahu chiedeva di stringere ancora di più le sanzioni contro Teheran.
Il primo ministro israeliano vorrebbe ottenere la massima approvazione riguardo al suo tentativo di trovare una soluzione “soddisfacente” per la Palestina, da parte sua, Kerry si è congratulato con Netanyahu e con il presidente palestinese Mahmoud Abbas per la “coraggiosa” decisione di tornare al tavolo dei negoziati.

La coperta pare sempre troppo corta quando si cerca di avere ragione in maniera assoluta. Le dure prese di posizione di Israele su Teheran e viceversa non possono essere affrontate cercando le ragioni per lo scontro.