IRAQ. A Baghdad, la polizia apre il fuoco sui manifestanti 

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Le forze di sicurezza irachene hanno sparato colpi di arma da fuoco sui manifestanti il 2 ottobre per disperdere nuove proteste nella capitale, nonostante gli appelli dei principali leader per la moderazione un giorno dopo che due dimostranti sono stati uccisi. Le proteste sono la prima sfida popolare significativa al primo Ministro Adel Abdel Mahdi, che ha formato il suo governo giusto un anno fa.

Il due ottobre, riporta Asharq al Aswat, piazza Tahrir a Baghdad, dove centinaia di manifestanti si erano riuniti il giorno precedente, è stata chiusa dalle forze di sicurezza, e con i manifestanti che si sono assembrati ai margini del cordone di sicurezza. Stando a Afp, cortei più piccoli sono scesi nelle strade di Al-Shaab a nord di Baghdad e Zaafaraniya a sud, e la polizia antisommossa ha cercato di disperderli con gas lacrimogeni e proiettili sparati in aria.

Come il giorno precedente, i manifestanti hanno protestato contro la corruzione statale, la mancanza di servizi pubblici e la disoccupazione; a Zaafaraniya, i manifestanti hanno bruciato pneumatici mentre la polizia in tenuta antisommossa pattugliava le strade.

Fonti mediche hanno detto che circa una dozzina di persone sono state ricoverate negli ospedali di Baghdad il 2 ottobre, la maggior parte di loro per i postumi di inalazione di gas lacrimogeni. La polizia antisommossa aveva anche usato cannoni ad acqua, proiettili di gomma e veri per spezzare la protesta di circa 1.000 persone in piazza Tahrir il giorno prima.

Nella notte intorno a Piazza Tahrir si sono sentiti forti colpi di arma da fuoco. Non era chiaro se i proiettili fossero stati sparati direttamente ai manifestanti o in aria. Gli scontri del 1 ottobre hanno lasciato un morto e 200 feriti a Baghdad, e un altro manifestante è morto nel sud, riportano fonti sanitarie, riprese anche dalla social sfera irachena. Colpi di arma da fuoco hanno risuonato nella notte anche nel distretto di Sadr City, dove si sono svolti i funerali per il manifestante ucciso a Baghdad.

Lo spargimento di sangue della giornata ha ricevuto la condanna del presidente Barham Saleh, che ha esortato «alla moderazione e al rispetto della legge (…) La protesta pacifica è un diritto costituzionale concesso ai cittadini».

Insolitamente per l’Iraq, nessuna fazione politica aveva indetto esplicitamente la protesta del primo ottobre, che sembrava in gran parte spontanea. Stando al quotidiano Al-Bayina Al-Jadida, le proteste sono state «per la prima volta senza bandiera, senza poster o slogan di partito», e tutte tese a denunciare la mancanza di progressi in materia di corruzione, disoccupazione o servizi.

Simili proteste sulle stesse questioni si sono svolte la scorsa estate a Bassora e hanno posto fine alle possibilità di un secondo mandato del predecessore di Abdel Mahdi, Haider al-Abadi.

Abdel Mahdi ha reso omaggio alle forze di sicurezza e ha attribuito la violenza agli «aggressori che…. hanno deliberatamente creato vittime», scatenando una polemica mass mediatrice e social anche feroce.

Il Parlamento ha ordinato un’indagine sulla violenza e il suo comitato per i diritti umani ha criticato le forze di sicurezza per la “soppressione” delle manifestazioni.

Graziella Giangiulio