VENEZUELA. Guaidò lancia la piazza fino alla caduta di Maduro

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«Per la prima volta da quando Juan Guaidó ha prestato il suo giuramento da Presidente ad interim, Nicolas Maduro e Juan Guaidó hanno parlato contemporaneamente: Guaidó da Plaza Bolívar, a Chacao, circondato da cittadini e tramesso solamente su internet; Nicolás Maduro da Palazzo Miraflores, in una trasmissione radiotelevisiva. Guaidó ha dovuto farsi largo attraverso una folla enorme per arrivare sul podio».

Così il blog Caracas Chronicles racconta i due discorsi contemporanei. Guaidó ha cominciato a chiedere un minuto di silenzio per tutte le vittime della recente repressione: «Il 23 gennaio il Venezuela si è svegliato da un incubo e dall’angoscia di credere che avremmo sempre vissuto così. Il Venezuela si è svegliato per sognare e realizzare quei sogni: che vedranno il ritorno di parenti, amici; pane sul tavolo, e che gli aiuti umanitari entreranno nel paese», ha detto, ringraziando i sacrifici fatti dai prigionieri politici dagli esiliati e da chi è morto per «arrivare a questo punto». 

Ha stigmatizzato il governo Maduro, dicendo che è isolato e che loro non cadranno nella solita trappola: prima la repressione per spaventare e poi l’offerta di un falso dialogo: «Dialogo falso che nessuno vuole, l’unico elemento possibile di discussione è quello che porta alla fine dell’usurpazione», ha detto Guaidó. A suo parere, hanno usato le Faes (Fuerzas de Acciones Especiales) come ultima risorsa per reprimere, perché i militari si sono rifiutati di prendere parte alla repressione: «È tempo che Cuba lasci le Forze armate, è tempo che i cubani lascino i posti decisionali», senza negare ai cubani la possibilità di restare nel paese, ma fuori dalle Forze armate; Guaidó ha chiesto una volta ai militari di sostenere la Costituzione e il popolo, dicendo che sarà l’arrivo degli aiuti umanitari a convincerli.

Guaidó ha chiesto due azioni per fine settimana: tenere assemblee aperte per onorare le vittime e una volta approvata la legge sull’amnistia, «possiamo consegnarne una copia a qualsiasi vicino di casa militare, amico o parente, in modo che possano leggerla e capire di cosa si tratta». «Torneremo per le strade la prossima settimana, dove siamo sempre stati», ha detto

«Torneremo per le strade fino a raggiungere la libertà, la fine dell’usurpazione, il governo di transizione e elezioni libere».

 Antonio Albanese