BAHREIN – Manama 06/03/2014. Una decisione sull’Unione tra i paesi del Golfo persico membri del Consiglio di cooperazione del Golfo (Ccg) sarà annunciata prima del prossimo vertice Ccg entro la fine del 2014, ha annunciato il ministro degli Esteri dell’Arabia Saudita.
Il quotidiano saudita Okaz, il 5 marzo,riportava una dichiarazione del principe saudita Al Faisal, relativa alla nascita dell’Unione del Golfo, durante la riunione dei ministri degli esteri del Ccg a Riad. Secondo Okaz, la CXXX riunione dei ministri degli esteri del Ccg è stata eccezionalmente lunga e affrontato diverse questioni regionali e internazionali (AGC: Doha messa all’angolo nel Ccg).
Il Ccg, composto da Bahrein, Kuwait, Oman, Qatar, Arabia Saudita ed Emirati Arabi Uniti, creato ad Abu Dhabi nel 1981, sta per modificarsi radicalmente: nel 2011, il re saudita Abdullah Bin Abdul Aziz Al Saud aveva invitato gli Stati membri a passare dalla fase di cooperazione alla fase di unione (AGC: Assertività politica e militare saudita). A dicembre 2013, Nizar bin Obaid Madani, ministro saudita per gli Affari esteri, ha fatto pressione per evitare ulteriori ritardi. «Creare l’Unione è diventata una necessità imposta dalla grande importanza della regione del Golfo e dagli aspetti politici, economici e strategici che hanno creato numerosi rischi e problemi» nell’area, aveva detto durante l’ultima edizione del Dialogo di Manama, conferenza sulla sicurezza internazionale che si svolge ogni anno nel Bahrein, «Questo ha imposto al Ccg la ricerca dell’integrazione e dell’unione al fine di mantenere i guadagni e le realizzazioni raggiunte e prevenire, nel contempo, i rischi e le minacce (…) la fase attuale richiede agli stati del Ccg di modificare l’identità del Consiglio ponendo l’accento sul destino comune dell’area Ccg». In quell’occasione, Yousuf Bin Alawi, ministro dell’Oman degli Affari esteri aveva manifestato le proprie perplessità (AGC: Inevitabile l’Unione del Golfo): «Crediamo che quando il Gcc è stato fondato, l’accordo era quello di preservare la sicurezza e la stabilità in questa regione a sostegno della comunità internazionale, con l’indipendenza dei sei paesi della regione. Ora decenni più tardi, troviamo che abbiamo conseguito molti obiettivi in questo quadro del Ccg. Tutti noi abbiamo ambizioni più grandi e più grandi per il Ccg, ma c’è un fatto che tutti i cittadini del Golfo conoscono: non c’è accordo sui pilastri del Consiglio e in particolare nel settore economico (…) Vorrei dire chiaramente che il fallimento del GCcg di costruire un vero e proprio sistema economico, importante piattaforma per il futuro, è dovuto ai continui rinvii di alcuni di noi (…) Non siamo affatto d’accordo con l’Unione. Ma se ciò accadesse, (…) noi ce ne occuperemo». Il principe Turki Al Faisal, Presidente del Centro di Ricerche e Studi islamici “Re Faisal”, ha detto che l’unione del Golfo era inevitabile: «Accadrà perché le persone nella regione sono molto sensibili verso questo argomento (…) La gente nel Ccg lo vuole ed è ormai inevitabile». Alcuni dei paesi Ccg potrebbero costituire un primo nucleo fatto da quattro stati e poi attendere che gli altri membri si uniscano.