#UKRAINERUSSIAWAR. Il G20 diviso in blocchi si unisce solo per la morte di Abe

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I ministri degli Esteri dei Paesi del G20 hanno vissuto momenti pesanti al termine della riunione del G20 a Bali, in Indonesia, quando il caso della guerra in Ucraina ha occupato il centro della scena e ha diviso le posizioni dei partecipanti.

Nonostante gli sforzi del ministro degli Esteri ospite Retno Marsudi, le tensioni sulla guerra in Ucraina hanno portato i ministri a dividersi in due gruppi: «Alcuni Paesi hanno espresso la preoccupazione che il multilateralismo sia minacciato e che sia sempre più difficile rispondere efficacemente alle sfide globali», ha dichiarato Marsudi nelle sue dichiarazioni conclusive.

I capi delle diplomazie delle principali economie industrializzate ed emergenti si sono riuniti giovedì e venerdì a Nusa Dua (a est di Bali), dove le divisioni sono state evidenti, anche se l’Indonesia ha considerato un successo la partecipazione di tutti, a differenza del giorno precedente, quando i ministri del G7 – Canada, Francia, Italia, Germania, Giappone, Regno Unito e Stati Uniti – non hanno partecipato alla cena di benvenuto.

Il ministro degli Esteri russo Sergey Lavrov ha affermato che i suoi colleghi non «capiscono la cortesia e le regole del galateo», riporta MercoPress.

I ministri degli Esteri di Argentina, Australia, Brasile, Canada, Francia, Germania, India, Indonesia, Italia, Corea del Sud, Giappone, Messico, Russia, Arabia Saudita, Sudafrica, Turchia, Regno Unito, Stati Uniti e Unione Europea, hanno partecipato a tutte le sessioni, alle quali ha assistito virtualmente anche il ministro degli Esteri ucraino Dmytro Kuleba.

Durante la sua apparizione, ha chiesto una «risposta globale risoluta all’aggressione russa, che minaccia il mondo con una crisi energetica e alimentare». Durante il discorso di Kuleba, Lavrov è uscito dalla sala, come aveva fatto quando il ministro degli Esteri tedesco Annalena Baerbock aveva parlato a favore del rafforzamento del multilateralismo.

Lavrov ha criticato l’isolazionismo occidentale assicurando che avrebbe raggiunto Cina e India e ha tenuto incontri individuali con i suoi omologhi di Turchia, Brasile, Argentina, India e Indonesia. Wang Yi ha invece appianato le divergenze con il suo omologo indiano, Subrahmanyam Jaishankar, viste le lunghe tensioni di confine tra i due paesi.

La sicurezza alimentare è stata uno dei punti all’ordine del giorno dell’incontro organizzato dall’Indonesia e a questo proposito Lavrov ha fatto uno dei pochi annunci dell’incontro, dichiarando che il suo Paese è pronto a negoziare con l’Ucraina e la Turchia sulle modalità di esportazione del grano ucraino attraverso il Mar Nero: «Siamo pronti a negoziare con i nostri colleghi ucraini e turchi. Abbiamo tutte le soluzioni per quanto riguarda il grano ucraino», ha detto, mentre il blocco di Mosca significa che Kiev può prelevare solo 2 milioni di tonnellate al mese, il 60% in meno rispetto al tempo di pace.

Dato che configge apertamente con i numeri dell’export cerealicolo ucraino pubblicati di recente che danno cifre superiori se non eguali a quelle dell’anno precedente.

Il Segretario di Stato americano Antony Blinken avrebbe detto «ai nostri colleghi russi: L’Ucraina non è il vostro Paese; il suo grano non è il vostro grano… Perché bloccate i porti? Dovreste far uscire il grano». Lavrov non era presente nella stanza quando Blinken ha parlato.

I compromessi erano una priorità per l’Indonesia, che importa grano e fertilizzanti dall’Ucraina e dalla Russia. «Anche se siamo diversi, viviamo tutti sullo stesso pianeta. Qui ci sediamo insieme per la prima volta per discutere di questioni importanti che riguardano tutti noi», ha dichiarato Marsudi.

L’unico momento di unità e consenso venerdì è stata la condanna unanime dell’uccisione dell’ex primo Ministro giapponese Shinzo Abe.

Antonio Albanese