
L’introduzione del regime dei visti con la Russia porterà più problemi che benefici per l’Ucraina. Lo ha detto il portavoce del Presidente della Verkhovna Rada, Irina Lutsenko a Canale 112, ripresa poi dia Ria Novosti.
Solo in base alle stime preliminari, la creazione di vari consolati, istituti, l’istituzione di controlli alle frontiere richiederà almeno 1,5 – 2 miliardi di grivna, spese non sono consigliabili, dal momento che il denaro, secondo Lutsenko, può essere speso meglio.
Il regime dei visti complicherà gli spostamenti per gli ucraini che lavorano in Russia. Inoltre, secondo Lutsenko, con il rilascio dei visti ai residenti della Crimea, l’Ucraina ammetterebbe che in realtà la penisola non è più suo territorio. In precedenza, il ministro degli Affari Esteri dell’Ucraina Pavlo Klimkin ha detto che il suo dicastero era pronto ad introdurre il regime dei visti con la Russia, se fosse stata presa una simile decisione.
L’introduzione dei visti è stata ventilata nel parlamento ucraino più di una volta. Ad ottobre 2016, una proposta era stata lanciata dal presidente della Verkhovna Rada, Andrei Paruby. Tuttavia, l’iter era stata poi fermata grazie al blocco politico che fa capo al presidente Petro Poroshenko.
Ai primi di giugno 2017, sulla necessità di un’introduzione in tempi brevi di un regime di visti con la Russia, si era espresso il segretario del comitato nazionale di Difesa e Sicurezza, Oleksandr Turchynov. Anche stavolta, la proposta aveva acceso l’opposizione che si era dichiarata contraria affermando che l’introduzione dei visti avrebbe potuto lasciare senza lavoro due milioni e mezzo di ucraini che lavorano in Russia.
Le reazioni da parte russa sono state sintetizzate dall’addetto stampa del Presidente russo, Dmitriy Peskov secondo cui la risposta di Mosca all’introduzione dei visti per i cittadini russi in Ucraina, era appannaggio del presidente Putin. Le misure sarebbero state prese sulla base della reciprocità. Il Cremlino ritiene, inoltre, che l’introduzione dei visti colpirà in primo luogo gli stessi ucraini.
Graziella Giangiulio