Le autorità turche hanno arrestato 150 persone per aver criticato online l’incursione militare turca nell’enclave siriana curda di Afrin. Secondo quanto riporta Anadolu, undici dei 150 detenuti sono stati posti in detenzione preventiva. Le autorità di Ankara, riporta Efe, hanno detto che, condividendo le critiche all’operazione turca “Olive Branch” sui social media, i detenuti hanno agito da propagandisti per i terroristi curdi del Pkk, che Ankara equipara all’organizzazione curdo siriana Ypg che attualmente controlla Afrin.
Anche se le due organizzazioni mantengono stretti legami ed entrambe si ispirano ad Abdullah Oçalan, detenuto in Turchia dal 1999, lo Ypg nega di avere qualsiasi intento ostile nei confronti del governo turco.
Il Presidente turco Recep Tayyip Erdogan ha avvertito, il 22 gennaio, che le autorità non avrebbero tollerato alcuna protesta pubblica contro l’offensiva di Afrin e 13 persone, che hanno cercato di organizzare una manifestazione a Istanbul, sono state arrestate. Molti funzionari regionali affiliati a Hdp, terzo partito in parlamento e difensore della minoranza curda turca, sono stati arrestati il 24 gennaio dopo essersi pronunciati contro Olive Branch. Altri nove altri legislatori e funzionari di Hdp, che erano già in carcere, hanno iniziato uno sciopero della fame per protestare contro l’intervento ad Afrin.
Sempre il 24 gennaio, 173 intellettuali, scrittori e giornalisti turchi hanno firmato una lettera aperta al parlamento che esortava a porre immediatamente fine all’operazione militare e al dialogo per risolvere le controversie con i curdi ad Afrin.
Il Comitato per la protezione dei giornalisti ha condannato la detenzione di almeno quattro giornalisti in Turchia dopo che avevano criticato l’incursione in Siria settentrionale e ha esortato le autorità turche a rilasciare i giornalisti e a consentire ai media di riferire senza timore di rappresaglie.
La polizia ha arrestato Hayri Demir, reporter per la Mezopotamya News Agency e Sibel Hürta, corrispondente da Ankara per l’emittente Artı TV; Nurcan Baysal, editorialista per il quotidiano indipendente online T24 a Diyarbakir; İhsak Karakaş, direttore per il quotidiano Halkın Nabzı, a Istanbul. Tutti e quattro i giornalisti avevano criticato le operazioni della Turchia in Siria settentrionale, secondo il sito Bianet.
Lucia Giannini