TAIWAN. Infowar cinese contro Taipei

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Pechino ha mobilitato il suo esercito di troll e influencer online per creare notizie false e manipolare l’opinione pubblica a Taiwan, secondo la risultanza di un’investigazione del ministero della Giustizia di Taipei.

Gli investigatori hanno trovato “prove inequivocabili” che la Cina era dietro un diluvio di disinformazione e hanno diffuso notizie false che hanno infangato le azioni politiche  del partito democratico progressista, oggi al potere, o hanno preso di mira il presidente Tsai Ing-wen, hanno rivelato i giornali di Taiwan, ripresi da Asia Times.

In un caso, l’emittente cinese televisiva di stato China Central Television ha trasmesso le riprese delle esercitazioni militari tenute dall’Esercito di liberazione del popolo, anni prima, nel tentativo di scatenare il panico a Taiwan. Un’altra notizia secondo cui il Pla «prenderà Taiwan entro il 2020» è diventata virale anche a Taiwan: gli investigatori hanno rintracciato la sua fonte in un sito web, con sede a Pechino, che opera sotto il dipartimento di propaganda del Partito Comunista cinese.

Una terza notizia dalla Cina riportava che il partito di governo era “complice” di un referendum volto a cambiare il nome della nazione alle Olimpiadi di Tokyo 2020; l’indagine ha trovato che non esiste nessun piano di questo tipo. Il ministero della Giustizia ha istituito una task force per combattere la diffusione della disinformazione e ha detto che può perseguire chiunque sia responsabile.

«Le unità cyber cinesi stanno chiaramente diffondendo notizie false, e le sue attività avranno un effetto immenso sulla politica e sulle elezioni di Taiwan», ha avvertito il Ministero. Taipei Times poi riporta che «Le notizie false si creano prendendo immagini o parole fuori contesto. Viene spesso creata per servire un’agenda, come screditare il governo o suscitare il malcontento dell’opinione pubblica, e molte delle storie portano il segno distintivo della propaganda del governo cinese o di tecniche del lavaggio del cervello». I rischi ora stanno proprio nel tipo di risposta che il governo deve dare contro la disinformazione: la risposta di Taiwan dovrebbe essere misurata per garantire che la libertà di parola sia sempre protetta nella nazione. Vedremo gli sviluppi delle contromosse a breve. 

Antonio Albanese